Anche la Ue sconvolta per Pompei "Se l'Italia vuole, pronti ad aiutare"

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-tulipanonero-
00martedì 9 novembre 2010 20:36
BRUXELLES

La Commissione "triste e scioccata" per il crollo della Domus dei Gladiatori, "parte non solo della storia d'Italia, ma dell'Europa e del mondo". Ma per Zaia il governo deve dare i "soldi prima al Veneto, poi a Pompei". Bondi riferirà alla Camera domani e al Senato giovedi. Cicchitto: "E' colpa sua se piove?".
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BRUXELLES - Il crollo della Domus dei Gladiatori a Pompei ha suscitato scalpore anche a Bruxelles. Dove la Commissione europea si dice "rattristata e scioccata" per l'accaduto e fa sapere che, se le autorità italiane ne faranno richiesta, potrebbe intervenire per aiutare le operazioni di restauro. "E' ovvio che chiunque abbia un senso della storia sia rimasto sconvolto - dichiara a AdnKronos Dennis Abbott, portavoce della commissaria alla Cultura Androulla Vassiliou - La Domus dei Gladiatori è parte non solo della storia d'Italia e dell'Europa, ma di tutto il mondo".

Quanto al tipo di aiuto che l'Unione Europea può fornire, "è presto per dirlo - spiega Abbott - la nostra risposta dipenderà da quello che le autorità italiane decideranno". L'Italia al momento non ha chiesto nulla alla Ue, aggiunge Ton van Lierop, portavoce del commissario alla Politica regionale, Johannes Han, che spiega: "Per i progetti per il turismo e le infrastrutture possono essere utilizzati i fondi europei di sviluppo regionale, ma dobbiamo vedere se le autorità italiane vogliono usare questo denaro per Pompei e poi fare una valutazione".

L'Italia, dunque, al momento tace. Perché anche su Pompei ci si può dividere. Basta ascoltare le parole del governatore del Veneto, Luca Zaia: "I soldi il governo li deve dare prima al Veneto, poi a Pompei. Si possono fare tutte e due le cose, ma qui abbiamo mezzo milione di persone sott'acqua".

Quanto al ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, di cui l'opposizione chiede le dimissioni, riferirà domani alla Camera e giovedì in Senato. In attesa dell'intervento in Parlamento, nel governo si schiera in sua difesa il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che scarica le responsabilità sulle sovrintentenze. "E' ingeneroso dare la responsabilità al ministro Bondi e usare politicamente questo episodio per attaccarlo - dice la Gelmini - Quello che è capitato non è il frutto dell'assenza dei fondi ma è forse dovuto a un'incapacità delle sovrintendenze di badare alla manutenzione e a fare i controlli".

Per Fabrizio Cicchitto,capogruppo Pdl Camera Deputati, la richiesta di dimissioni di Bondi è "puro sciacallaggio". "Che avrebbe potuto fare Bondi? - chiede Cicchitto - impedire la pioggia? Un ministro va ritenuto responsabile solo degli errori a lui riconducibili, non può certo esserlo di calamità naturali o del deterioramento di Pompei che dura da decenni".

Quasi una risposta a Cicchitto le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "E' vero che c'è stato un cambiamento climatico - afferma il capo dello Stato - ma non è possibile che per il fatto che piove un po' di più crolli una parte del patrimonio della nostra storia, come è successo a Pompei".

-tulipanonero-
00martedì 9 novembre 2010 20:36
i monumenti che cadono a pezzi come ormai l'intero paese
e silvio lì a fare i cazzacci suoi!!!

maledetto cazzo!!!
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