Creazione ed evoluzione

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MauriF
00giovedì 9 giugno 2005 18:52
Vi posto un meraviglioso scritto che ho trovato sul sito del Vaticano:

Le meraviglie della creazione

"Contempla la primavera e ogni genere di fiori, tutti così eguali eppure così diversi: il rosso della rosa, il bianco candido del giglio. Chi mai li crea così distinti, dalla stessa pioggia e dalla stessa terra? Osserva quanta precisione: uno stesso legno d’albero, ora si dischiude in una chioma ombrosa, ora produce molteplici frutti; e uno solo ne è l’artefice. Di una sola vite, una parte si brucia, un’altra fiorisce, una terza si ricopre di foglie, un’altra ancora di viticci, una quarta, infine, si trasforma in uva. Ammira anche il grosso anello di nodi della canna, come l’ha fatto il Creatore.

Da una sola terra provengono i serpenti, le fiere, i giumenti, la legna, i cibi commestibili, l’oro, l’argento, il rame, il ferro, la pietra. Unica è la sostanza dell’acqua; eppure da essa provengono le razze dei pesci e degli uccelli: gli uni fatti per nuotare nelle acque, gli altri per volare nel cielo.

Questo è il mare grande e spazioso ove risiedono rettili senza numero(Sal 103,25). Chi potrebbe descrivere la bellezza dei pesci che vi vivono? Chi, la grandezza dei cetacei e le caratteristiche degli anfibi che abitano sulla terra asciutta come nelle acque? Chi potrebbe parlare della profondità e dell’estensione del mare o della poderosa violenza delle sue onde, quando si levano in alto? Esso, tuttavia, è rimasto fermo nei suoi limiti, secondo il comando di colui che disse: Fin qui giungerai e non oltre; in te stesso le tue onde si deporranno con furia (Gb 38,11). E il mare, dal canto suo, rende chiara testimonianza di quest’ordine ricevuto: ritirandosi con le sue onde, descrive una visibile linea sulla spiaggia, come per dimostrare a chi guarda di non aver oltrepassato i limiti impostigli.

Chi può sapere come sono fatti gli uccelli dell’aria? Alcuni di essi muovono la lingua esperta nel cantare, altri hanno le penne multicolori, altri ancora, come lo sparviero, sono capaci, mentre volano, di restare immobili nel vuoto: infatti, per volontà di Dio, lo sparviero sta immobile con le ali distese, guardando verso le regioni del sud (Gb 39,26). Chi fra gli uomini può guardare l’aquila quando si leva in alto (cf. Gb 39,27)? Se dunque il più sciocco degli uccelli si sottrae alla tua vista, una volta levatosi in alto, come vuoi comprendere il Creatore di tutte le cose?

Quale persona conosce i nomi di tutte le fiere? Oppure, chi potrebbe esaminare la fisiologia di ciascuna di esse? E allora, se non conosciamo neppure i nomi delle fiere, come possiamo comprendere il loro Creatore?

Uno solo fu il comando di Dio, quando disse: La terra produca le bestie selvagge e i giumenti e i rettili, secondo la loro specie (Gen 1,24). Fu così che le diverse razze di animali, con un solo ordine, da una sola origine, vennero alla luce: la mitissima pecora, il leone carnivoro e molti altri animali che sembrano imitare, in diversi modi, i diversi caratteri umani: la volpe, ad esempio, esprime l’astuzia maliziosa degli uomini; il serpente, ricorda gli amici che feriscono con veleni; il cavallo che nitrisce rammenta la sensualità degli adolescenti (cf. Ger 5,[SM=g27989]; la laboriosissima formica stimola il neghittoso e il pigro: infatti, quando un giovane vive oziosamente, la Scrittura, rimproverandolo, lo esorta a prendere esempio dagli animali: O pigro, va’ dalla formica e imitala e, osservando le sue vie, diventa ancor più sapiente di quella (Pr 6,6). Vedendola, infatti, mettere da parte i cibi al momento opportuno, imitala, facendo tesoro dei frutti delle opere buone per i secoli che verranno. E ancora: Avvicinati all’ape e impara quanto sia operosa (Pr 6,[SM=g27989]. Come quella, infatti, volando intorno a fiori d’ogni genere, raccoglie il miele che serve a te; allo stesso modo anche tu, percorrendo le divine Scritture, afferra la tua salvezza. Quando ti sarai saziato di esse, esclamerai: Com’è soave al mio gusto la tua parola! È più dolce del miele e del favo alla mia bocca (Sal 118,103).

Allora il Creatore non è ancora più degno di essere glorificato? Infatti, anche se tu non conosci come siano fatti tutti gli esseri, ciò vuol forse dire che le creature siano inutili? Puoi conoscere le qualità di tutte le piante? O puoi forse discernere tutti i benefici che derivano da ogni animale? Dal veleno di vipera si preparano antidoti per la salute degli uomini. Mi dirai che il serpente è orrendo. Temi il Signore, ed esso non potrà nuocerti. Lo scorpione può pungerti; temi il Signore e non ti pungerà. Il leone è affamato di sangue. Temi il Signore e, come un tempo accadde a Daniele (cf. Dn 6,1[SM=g27989], si accovaccerà accanto a te. D’altronde, c’è da meravigliarsi per la potenza di questi animali. Osserva lo scorpione, ad esempio, che possiede le sue armi nei pungiglioni, altri hanno la forza riposta nei denti; altri ancora combattono con le unghie; per il basilisco, invece, la potenza è nello sguardo.

Dalla varietà della creazione, dunque, puoi renderti in qualche modo conto della grandezza del Creatore. Ma, forse, tu non conosci queste cose; forse non t’importa nulla della natura che ti circonda."


Cirillo di Gerusalemme, Catechesi battesimale, 9,10-15.

Spero che vi piaccia.

Ciao
Mauri

ertreyt
benimussoo
00sabato 2 luglio 2005 08:43
Si mi piace molto ! Anzi aggiungerei che ognuno di noi deve essere capace di dimostrare e rispettare nella vita quotidiana, le sue meraviglie della creazione. Non solo parole ma fatti concretti di dimostrazioni che esaltano anche la venuta di Suo Figlio per noi, anche sapendo che noi siamo Suoi figli!Ciao Dana[SM=x511460]
Justee
00mercoledì 19 ottobre 2005 10:44
Creazione ed evoluzione: chi ha rimescolato le carte?
Durante i mesi estivi, fra i temi ricorrenti sulla stampa e nelle trasmissioni radiofoniche si è potuto notare un ritorno di fiamma del dibattito fra creazione ed evoluzione, al quale sono stati invitati a partecipare studiosi di varie discipline, spesso con la mediazione, non sempre felice, dei redattori e dei giornalisti. È stata scelta come miccia di innesco un articolo apparso sul New York Times il 7 luglio scorso nel quale venivano riportate, parzialmente estratte dal loro contesto, alcune frasi del card. Christoph von Schönborn (appartenenti ad un documento alquanto anteriore) che si dichiarava critico nei confronti del neo-darwinismo e qualificava l'evoluzionismo affidato al mero caso, senza finalità né disegno, una pura ideologia. Sugli articoli che ne sono seguiti sui maggiori quotidiani italiani (ma anche su organi di informazione stranieri) l'impiego come fossero sinonimi di concetti quali creazione, creazionismo, intelligent design, Chiesa, Dio, da una parte, ed evoluzione, evoluzionismo, darwinismo, scienziati, scienza, dall'altra, hanno contribuito a creare una miscela di difficile digestione, persino per il lettore informato, anche a motivo di quella mediazione giornalistica non sempre adeguata prima menzionata. Lasciata trascorrere qualche settimana, sentiamo il desiderio di suggerire ai lettori del Portale di Documentazione Interdisciplinare qualche riflessione in proposito.

Va subito osservato che il fatto che si parli di questi temi e se ne senta il bisogno di dibattervi anche sulla stampa, è in certo modo un segno positivo. La gente comune, per la quale il racconto biblico della creazione rappresenta ancora in larga parte l'orizzonte di comprensione dell'origine del mondo e della vita, uomo compreso, desidera capire se e in quale misura termini come evoluzione e darwinismo siano compatibili con la visione trasmessa dalla Scrittura. L'esigenza di mettere insieme diverse fonti di conoscenza, o se si vuole di tradizione (anche la scienza ha le sue tradizioni e il darwinismo è una di queste), è innata in ciascuno di noi, a meno che non ci si rassegni a voler vivere da schizofrenici . Ciò che invece sorprende è come mai le risposte che già esistono per inquadrare correttamente il rapporto fra creazione ed evoluzione, che nella sua formulazione moderna è vecchio di 150 anni, ma nella sua veste classica risale ai Padri della Chiesa (i quali non conoscevano il termine evoluzione ma erano sufficientemente accorti da vedere che il mondo materiale soggiaceva a sviluppi e trasformazioni), non siano state ancor oggi assimilate né ben comprese. Come mai non vengono citati con pertinenza a utori come sant'Agostino, san Tommaso d'Aquino, John Henri Newman, o ai nostri giorni Pio XII e Giovanni Paolo II, i quali, su questo tema e con il linguaggio della loro epoca, a quelle risposte avevano già contribuito in modo significativo? Desiderio di rimescolare le carte, di fare notizia? O forse di gettare discredito sulla Scrittura e la fede cristiana che la venera come parola divina? Restiamo con l'impressione che ai precedenti interrogativi si debba rispondere affermativamente. È probabilmente in corso un tentativo di esportare in Italia lo sterile dibattito fra creazionisti ed evoluzionisti che ha luogo da qualche anno in alcuni Stati degli USA. A questo dibattito fra posizioni filosofiche diverse, sulla cui sterilità torneremo fra un momento, se ne cerca di assimilare un altro, che nasce invece in un contesto scientifico e non filosofico: quello fra darwinismo e Intelligent design, a proposito della sufficienza o meno dei meccanismi evolutivi indicati a suo tempo da Charles Darwin (selezione naturale e mutazioni casuali trasmesse ereditariamente) e rielaborati dalla sintesi moderna neo-darwiniana.

Il dibattito americano fra creazionismo ed evoluzionismo (vanno qui presi i termini letterali e non i loro sinonimi) concerne un confronto fra una interpretazione fondamentalista e letteralista della Scrittura, sostenuta da alcune correnti minoritarie di chiese riformate, ed una visione scientifica vestita di radicalismo filosofico (in tal senso le dichiarazioni di George Bush di insegnare anche la teoria dell' Intelligent design accanto a quella darwiniana, non vi rientrano direttamente). Per i primi Dio avrebbe creato tutte le specie animali una per una, per i secondi l'unica chiave per capire il mondo è vederlo come risultato di trasformazioni casuali, senza alcuna finalità, né direzione, né scopo. Avviato su questi binari il dibattito, lo si comprende da sé, non porta proprio da nessuna parte. La fede cristiana, in modo particolare quella che si rifà ad una interpretazione della sacra Scrittura oggi conservata dalla tradizione cattolica, di suo non letteralista e sempre attenta al contributo della tradizione e della teologia, non ha mai avuto necessità di affermare la creazione immediata delle specie dei viventi. Farlo sarebbe un'assurdità storica, oltre che scientifica. Cosa fare allora dei nostri fossili che ci descrivono un mondo di viventi diverso da quello che conosciamo? E ci sarebbe stato posto nell'Arca di Noè per tutte le specie di animali come le conosciamo oggi? Il cristianesimo, che ha cercato fin dalle sue origini di mostrarsi rispettoso della ragione, ha già dato una risposta a questi interrogativi. Lo ha fatto nella misura in cui i dati scientifici certi (che per il teologo sono una fonte di conoscenza tanto quanto la Sacra Scrittura, perché appartengono alla ragione) ne andavano sollecitando un chiarimento. Da Steensen a Lazzaro Moro, da Mivart a Buffon, da Wiseman e Teilhard de Chardin, da John Henri Newman a Pietro Maffi, scienziati, preti, vescovi e cardinali non hanno temuto di sostenere la visione di un mondo che si sviluppa nella storia, dove la materia e la vita si trasformano da forme più elementari a forme sempre più complesse e perfezionate. Appena un anno fa, la Commissione Teologica Internazionale, nella parte finale del documento Comunione e servizio. La persona umana creata a immagine di Dio, ha dedicato un'ampia trattazione a come deve essere intesa la verità di fede che Dio ha creato l'essere umano e come questa si armonizzi con i risultati delle scienze (cfr. nn. 61-70). Queste risposte possono ignorarsi o restare nascoste sotto le carte che qualcuno rimescola ad arte , ma ci sono già state e può essere ignoranza colpevole non conoscerle, specie per chi svolge un lavoro intellettuale ...

Proviamo, per quello che ci è possibile in queste righe, a mettere un po' d'ordine. Il creazionismo (Dio creerebbe ogni specie animale simultaneamente) non interpreta la verità più profonda della creazione. Quest'ultima ci dice che il mondo dipende in tutto da un Creatore, che lo ha posto in essere con le sue leggi e i suoi tempi, e lo sostiene in ogni istante. Qualsiasi forma non ideologica di evoluzione non potrà mai contraddire questa verità. Per svilupparsi ed evolversi, infatti, occorre che il mondo esista, e dunque venga creato. La creazione sta nel fondamento della storia, e dunque anche al fondamento dell'evoluzione. Non dimentichiamo poi che evolvere significa letteralmente “lo svolgersi di un rotolo”, ovvero di un libro. Non è un'immagine lontana da quella, di origine prettamente cristiana, della natura come libro, un libro scritto da Dio al pari della Scrittura, un libro le cui pagine sarà l'evoluzione, appunto, a dover sfogliare nel tempo. Evoluzionismo, invece, oggi assume il significato di una visione filosofica, che estrapola e radicalizza quanto sostenuto dalla visione scientifica dell'evoluzione. Per l'evoluzionismo filosofico (ampiamente e pertinentemente citato da Pio XII nell' Humani generis del 1950) non c'è alcuna finalità né intelligenza creatrice, né progetto: tutto avviene a caso perché nel fondamento di questo mondo e della storia non c'è nessuno. Ben diverso da quanto affermato dall'evoluzione biologica. Il fatto che dietro questo mondo ci sia l'intenzionalità creatrice di un Dio provvidente non può essere smontato da alcuna teoria scientifica, ma solo avversato da una posizione filosofica ideologicamente atea. La finalità e l'intenzionalità personale non sono oggetti dell'analisi empirica d elle scienze, né mai potranno esserlo. Ergo, fotocopiare il dibattito fra creazionismo ed evoluzionismo per accendere o illuminare il confronto fra creazione ed evoluzione è semplicemente un non senso, perché le due coppie di termini vogliono dire cose profondamente diverse.

Non andrebbe invece assimilata alla posizione dei creazionisti quella dei sostenitori dell'Intelligent design. All'origine storica di questa corrente di pensiero vi sono degli scienziati e non dei teologi o dei predicatori televisivi. All'inizio essi hanno portato l'attenzione degli studiosi sul fatto che la presenza di alcune forme in natura non poteva spiegarsi con i meccanismi del darwinismo classico, ma sembrava richiedere l'idea che esistessero dei processi innati nello sviluppo di alcuni organi e funzioni, che indipendentemente dalle situazioni ambientali o di selezione naturale, erano destinati prima o poi a realizzarsi. Una sorta di terreno naturalmente inclinato a valle, dove si possono dare itinerari diversi, magari in conseguenza dell'azione di fenomeni aleatori, ma lungo i quali si giunge inevitabilmente verso uno sbocco previsto. Se chiamarla “disegno intelligente” può far pensare ad un Creatore che agisce nascosto, ciò dipende solo dall'enfasi data dagli autori al loro suggerimento: di fatto fra i sostenitori di tale corrente vi sono anche scienziati non credenti. Il fatto che in alcuni dibattiti pubblici o in alcuni scritti i creazionsti abbiano strizzato l'occhio ai rappresentanti dell' Intelligent design, o che questi ultimi si siano prestati talvolta al gioco dei primi, fa parte della confusione cui neanche i soggetti in questione, come i pensatori al di quà dell'oceano, sono del tutto esenti. I termini, tuttavia, volevano e vogliono dire cose diverse.

La frase del card. von Schönborn , stigmatizzata come avvio del dibattito giornalistico, va letta in questa ottica. Quando l'arcivescovo di Vienna, a proposito della parentela fra i primati e l'uomo, affermava che “evoluzione nel senso di un comune progenitore potrebbe essere vera, ma evoluzione nel senso neo-darwinista di un processo non progettuale e afinalistico, basato solo su variazioni casuali e selezione naturale, non potrebbe esserlo”, ribadisce semplicemente quanto pacificamente posseduto dalla fede e inattaccabile dalla scienza. La specie biologica umana può tranquillamente derivare da specie biologiche inferiori, ma sostenere che ciò sia il puro risultato del caso non è ammissibile per chi crede nella creazione. E questo per il semplice fatto che il caso e l'assenza di progetto non sono una conclusione scientifica. Un ruolo chiave nella diatriba lo riveste il termine darwinismo. Il fatto che per Darwin la selezione naturale e le mutazioni casuali trasmesse ereditariamente fossero meccanismi sufficienti per determinare l'evoluzione delle specie (oggi sappiamo bene che non bastano più) viene oggi molte volte impiegato — probabilmente assai al di là delle intenzioni dello scienziato inglese — come sinonimo di evoluzione in totale assenza di finalità, favorendone così un'estrapolazione filosofica. Eppure , lo stesso Darwin, che al termine de L'origine delle specie (1859) lodava Dio affermando esservi «qualcosa di grandioso in questa concezione della vita, con i suoi diversi poteri, originariamente impressi dal Creatore in poche forme o in una forma sola» [tr. it. Einaudi, Torino 1959, p. 524], ancora nel 1860 scriveva al suo amico biologo Asa Gray: «Sono propenso a guardare ad ogni cosa come il risultato di leggi progettuali, e che i dettagli, siano essi buoni o cattivi, risultino invece da ciò che noi possiamo chiamare caso... Non posso pensare che il mondo, così come noi lo vediamo, possa essere il risultato del caso» [in Francis Darwin, Life and Letter of Charles Darwin , London 1887, p. 312]

Probabilmente il dibattito fra creazione ed evoluzione è destinato a durare ancora a lungo. Non escludiamo che potrebbe giungere ad interessare anche le nostre scuole, cosa di cui abbiamo avuto qualche avvisaglia alcuni mesi or sono. Possiamo solo sperare che quando dovesse coinvolgere coloro che per mestiere devono usare la ragione, come insegnanti e studenti, la ragione venga applicata anche a capire cosa vogliono dire i vari termini impiegati. Ed anche per capire che lo stesso oggetto di studio — il mondo, la vita e l'uomo— può essere considerato in modo non conflittuale dalla scienza, dalla filosofia e dalla fede, senza diventare schizofrenici. Forse avremo bisogno di un supplemento di riflessione e di razionalità, cosa che, visto i tempi che corrono, non potrà che farci bene.



Giuseppe Tanzella-Nitti
ordinario di teologia fondamentale
Pontificia Università della Santa Croce
libero1978
00venerdì 21 ottobre 2005 19:47
Io nella evoluzione non ci credo.

Perchè, scusate il gioco di parole, il cervello dell'uomo che non fà niente per caso, è potuto uscire fuori per caso?

Non so se mi spiego ( disse il paracadute).
Zank
00sabato 22 ottobre 2005 02:29
La nuova generazione riceve lievi mutamenti casuali rispetto alla precedente, ma solo chi avrà ricevuto miglioramenti potrà tramandarli. E non è un caso che i migliori sopravvivano.
Tornelius
00sabato 22 ottobre 2005 03:19
la teoria dell'evoluzione è attraente e meravigliosamente semplice, inoltre è il mezzo ideale per schiavizzare le masse da parte dei potenti; da questi tre presupposti parte la necessità di conferme scientifiche. l'unico guaio, come ammetteva lo stesso darwin, sono le numerose e colossali lacune. nell'origine delle specie siamo al colmo dell'ironia, nel senso che un libro divenuto famoso per la spiegazione dell'origine delle specie in effetti non contiene nulla del genere. a più di un secolo dalla morte di darwin non abbiamo ancora la minima idea dimostrabile, o anche solo plausibile, di come sia avvenuta in effetti l'evoluzione. sul come e sul perchè si sia verificata non abbiamo, e probabilmente non avremo mai, la più pallida idea.
un numero sempre più crescente di scienziati, in particolare negli stati in cui la scienza è maggiormente all'avanguardia, sostiene con veemenza maggiorata di anno in anno che la teoria dell'evoluzione non sia una vera e propria teoria scientifica.
ormai alle storielle su uomini scimmieschi, uccellosauri, minotauri e compagnia bella ci crede solo la massa, il popolo. basta entrare nell'ambiente scientifico(parlo di scienza vera, non i caroselli tipo premi nobel con piero angela e famiglia) per accorgersi che l'evoluzione prima di aver a che fare con la scienza ha a che fare con l'ideologia, con il capitalismo, con la religione(il bigottismo anticlericale in primis). per esplicare meglio questo concetto metto a confronto le parole di una persona appartenente alla massa (parole inventate da me ma basta guardarsi intorno per ottenere conferma) e quelle di uno scienziato(parole reali e citate testualmente)...
-persona appartenente alla massa:"e certo che l'evoluzione è vera! infatti me l'ha detto la mia maestra poi l'ha detto pure piero angela e pure suo figlio e pure suo nonno, poi ho visto il disegno di un uomo scimmiesco alla tv e anche uno vero nel pianeta delle scimmie. l'evoluzione è vera perchè di si, infatti se lo dice un uomo con il camice bianco, scienziato o macellaio che sia, io pongo fede nei suoi dogmi."
-robert jastrow, scienziato(astronomo per la precisione):"per loro grande dispiacere, queste domande non hanno risposte precise, dal momento che i chimici non sono mai riusciti a riprodurre gli esperimenti della natura sulla creazione della vita a partire dalla materia non vivente. gli scienziati non sanno come ciò sia avvenuto. gli scienziati non hanno prove che la vita sia stata il risultato di una evoluzione".

quando si tratta di demolire un credo bisogna andarci sempre piano altrimenti qualche credente potrebbe impazzire, quindi cercherò di essere il più soft possibile. però permettetemi almeno dire che il problema dell'evoluzione non si limita solo all'origine della vita. prendete ad esempio degli organi come l'occhio, l'orecchio o il cervello...sono tutti di un'incredibile complessità! una complessità di gran lunga superiore a quella del più sofisticato dispositivo costruito dall'uomo.
ora, il problema dell'evoluzione è che tutte le parti che compongono questi organi devono funzionare contemporaneamente per far si che sia possibile vedere, udire o pensare. questi organi sarebbero stati inutili finchè non ne fossero state completate tutte le singole parti. viene dunque spotaneo chiedersi: è possibile che il cieco caso abbia messo insieme tutte queste parti al tempo giusto per ottenere meccanismi così elaborati? mistero della fede!
lo stesso darwin ammise che questo problema minava la credibilità della sua teoria:"supporre che l'occhio possa essersi formato per evoluzione sembra, lo ammetto francamente, del tutto assurdo".
da allora è passato più di un secolo. il problema è stato forse risolto? no. al contrario, ciò che si è appreso sull'occhio dai tempi di darwin ad oggi indica che l'occhio è molto più complesso di quanto pensasse lui. attualmente l'occhio appare ad un fisiologo come il frutto di un rigoroso progetto ingegneristico. ideologie evoluzionistiche, islamiche, anticlericali o clericali a parte, diciamocelo francamente: nessun costruttore di telescopi avrebbe saputo fare di meglio.
se questo vale per l'occhio, che dire allora del cervello umano? dato che nemmeno il più semplice meccanismo si evolve per caso, come può ritenersi un fatto l'evoluzione del cervello, enormemente più complesso? se è difficile accettare che l'evoluzione dell'occhio umano sia prodotto del caso, lo è ancor di più accettare che l'evoluzione dell'intelligenza umana sia meramente il prodotto di guasti casuali verificatisi nelle cellule cerebrali dei nostri antenati.
concludo citando un altro grande scienziato, ma uno di quelli veri, mica super quark, ultra cicap e batman. nell'illustre rivista biologica harpers's (focus lo lascio agli amanti di fantascienza) tom bethell ha osservato:"darwin commise un errore abbastanza serio da minare le basi della sua teoria, un errore che solo di recente è stato riconosciuto come tale. un organismo può effettivamente essere più adatto di un altro, questo naturalmente non è qualcosa che serva a creare l'individuo. mi pare sia chiaro che in un'idea del genere c'era qualcosa di estremamente errato. a mio avviso la conclusione è alquanto sconcertante: credo che la teoria di darwin stia per crollare".

[Modificato da Tornelius 23/10/2005 4.34]

Zank
00sabato 22 ottobre 2005 12:01
L'evoluzione si basa su 3 punti.
Da una generazione all'altra si generano mutamente casuali.
Selezione naturale.
I viventi hanno avuto miliardi di anni di tempo per evolversi.

quale proposizione è falsa?


E' così sconvolgente che l'evoluzione abbi creato qualcosa di superiore alla tecnologia attuale?

[Modificato da Zank 22/10/2005 12.12]

The Red baron
00sabato 22 ottobre 2005 20:39

L'evoluzione biologica è in netto contrasto con la colonna della Fisica:-

Il principio di conservazione dell'Energia.

Alias:- è fisicamente impossibile passare da un sistema disordinato ad uno ordinato in modo spontaneo

Saluti
Chi.dove.quando
00sabato 22 ottobre 2005 23:21
Re:

Scritto da: Zank 22/10/2005 12.01
L'evoluzione si basa su 3 punti.
Da una generazione all'altra si generano mutamente casuali.
Selezione naturale.
I viventi hanno avuto miliardi di anni di tempo per evolversi.

quale proposizione è falsa?


E' così sconvolgente che l'evoluzione abbi creato qualcosa di superiore alla tecnologia attuale?

[Modificato da Zank 22/10/2005 12.12]





Mi spiace Zank, ma questa volta mi trovi in disaccordo.
Nessun mutamento casuale è stato dimostrato definitivamente. L'evoluzione è pseudoscienza, almeno per ora.
E' una forma di religione che, per spiegarsi l'esistenza, è ricorsa a teorie, nè più nè meno come le dottrine religiose, ed in quelle ripone la propria fede.
Zank
00sabato 22 ottobre 2005 23:31
Nella maggior parte dei casi le molecole complesse hanno un maggior grado di disordine rispetto a quelle semplici.
Questo quando la fusione delle molecole semplici generara calore che si dispede, allora accade che è impossibile che avvenga la reazione contraria spontaneamente.
Per fare un esempio l'acqua è più disordinata dell'idrogeno e dell'ossigeno.

Gli organismi evoluti non sono più ordinati di quelli pimitivi.
Tornelius
00domenica 23 ottobre 2005 04:28
Re:

Scritto da: Zank 22/10/2005 12.01
L'evoluzione si basa su 3 punti.
Da una generazione all'altra si generano mutamente casuali.
Selezione naturale.
I viventi hanno avuto miliardi di anni di tempo per evolversi.

quale proposizione è falsa?


E' così sconvolgente che l'evoluzione abbi creato qualcosa di superiore alla tecnologia attuale?

[Modificato da Zank 22/10/2005 12.12]



direi proprio di si, perchè la teoria dell'evoluzione parla di creazione tramite la casualità, mentre i prodotti tecnologici non sono mai casuali, bensì frutto di un accurato progetto. per dare vita ad un computer è necessario un conoscitore di ingegneria infomatica, mentre per creare una cellula non è necessario nessun creatore. come vedi la contraddizione è palese, è fuori da un sano ragionamento. la ragione invece mi spinge a rifiutare che, gettando un mucchio di rottami da un dirupo, questi rotolando fino al fondo possano creare un computer. mi sembra più ragionevole pensare che un computer possa essere creato da un ingegnere infomatico. allo stesso modo, per creare forme di vita, tra l'altro molto più complesse di un semplice computer, non è sufficiente il caso, bensì è necessario un Creatore. da un punto di vista razionale non c'è niente di nuovo in quanto la creazione del mondo da parte di Dio è stata dimostrata fin dai tempi dei filosofi greci e mai confutata, il problema sta nella conoscenza contenutistica, vale a dire quella scientifica.
il primo punto da te indicato, sul quale si fonda la teoria dell'evoluzione, è paradossale in quanto necessita di una precedente creazione. infatti parti dando per scontato che ci sia stata una generazione dalla quale si sia evoluta un'altra generazione. con questo non spieghi come gli organismi siano venuti alla luce, al contrario inserisci a priori l'assioma creazionista. quindi confuti te stesso l'evoluzione.
riguardo al secondo punto, la selezione naturale non fornisce spiegazione della creazione della vita, ma spiega solamente l'adattamento. i tentativi di confondere la microevoluzione con la macroevoluzione ormai sono stati smascherati dagli scienziati seri. anche se gli evoluzionisti affermano che le variazioni all'interno della specie rappresentano una prova a sostegno della loro teoria, le variazioni non costituiscono una prova per l'evoluzione in quanto non sono altro che il risultato di differenti combinazioni di informazioni genetiche già esistenti a cui non aggiungono alcuna nuova caratteristica.
zanck, le variazioni avvengono sempre entro i limiti dell'informazione genetica. questo limite, in genetica, è detto pool genetico o fondo comune di geni. tutte le caratteristiche presenti nel pool genetico di una specie possono apparire in vari modi per variazione. per esempio, a seguito della variazione, potrebbero comparire, in una specie rettile, varietà che presentano una coda più o meno lunga o zampe più corte, in quanto queste caratteristiche sono entrambe presenti nel pool genetico dei rettili. nondimeno, le variazioni non trasformano questi ultimi in uccelli aggiungendovi le ali o le penne o mutando il loro metabolismo. un tale cambiamento richiede un incremento delle informazioni genetiche degli esseri viventi, che non è assolutamente possibile nelle variazioni.
riguardo ai miliardi di anni ci sarebbe tanto da dire. se ti va riprenderemo il discorso ma intanto aspetto una tua risposta riguardo alla generazione spontanea e ai limiti per le mutazioni, altrimenti il discorso si fà troppo lungo e rischia anche di disarticolarsi.

[Modificato da Tornelius 23/10/2005 4.31]

Zank
00lunedì 24 ottobre 2005 12:47
Io stavo pensando a come dimostrare la macroevoluzione, abbiamo qualche fossile, qualche volta capitano forti anomalie genetiche, ma in fin dei conti io non so.
Che l'universo sia sempre esistito e la terra sia nata dalla polvere di una vecchia stella; che tutto sia stato creato qualche miliaglio di anni fa; che tutto sia stato creato ieri, tutto, compresi i nostri ricordi; o che tutto sia stato creato alla fine di questo mondo e che gli eventi accadano dando l'idea che il tempo scorra in senso contariario cancellando dalla mente i ricordi di ciò che abbiamo vissuto...
sia qualsiasi il mondo in cui viviamo, una cosa è certa, che questo è il presente e noi vogliamo saperne di più su ciò che ci circonda.
Sarà tutto scritto nei testi sacri? Forse ma è umanamente impossibile decrittarli senza il senno del poi (mi sto riferendo al capitolo "analogie fra bibbia e scienza").
Il fatto è che sebbene più faticoso, per certi argomenti, è più proficuo andare a cercare risposte nella natura sia essa reale o solo apparenza, riferirsi ad un passato che magari non è mai accaduto, ma che in ogni caso è legato al presente da un filo logico che noi vogliamo scoprire. Si prende la realtà e si traggono conclusioni basandoci su ciò che ne fa parte.
MauriF
00lunedì 7 novembre 2005 13:29
Ciao a tutti, volevo aprire un altro 3d a proposito ma ho visto che c'era già questo.

Ieri sera ho iniziato ad affrontare l'argomento partendo da questo:

enochelia.altervista.org/confutazioni_evoluzione.htm

(è un documento del sito di ClintEastwood82 che non avevo mai avuto tempo di leggere...ma che ieri sera mi ha letteralmente sconvolto).

Volevo sapere che cosa ne pensate e se c'è qualcosa che non vi convince...

Non sono frequente a questi radicali cambi di mentalità, ma ho riflettuto molto sull'assenza di elementi di transizione...è cosa troppo palese e non riesco a venirne a capo attraverso la teoria darwiniana.

é una confutazione estremamente forte.

Ciao
Mauri
ertreyt

Tornelius
00lunedì 7 novembre 2005 15:05
Re:

Scritto da: MauriF 07/11/2005 13.29
Ciao a tutti, volevo aprire un altro 3d a proposito ma ho visto che c'era già questo.

Ieri sera ho iniziato ad affrontare l'argomento partendo da questo:

enochelia.altervista.org/confutazioni_evoluzione.htm

(è un documento del sito di ClintEastwood82 che non avevo mai avuto tempo di leggere...ma che ieri sera mi ha letteralmente sconvolto).

Volevo sapere che cosa ne pensate e se c'è qualcosa che non vi convince...

Non sono frequente a questi radicali cambi di mentalità, ma ho riflettuto molto sull'assenza di elementi di transizione...è cosa troppo palese e non riesco a venirne a capo attraverso la teoria darwiniana.

é una confutazione estremamente forte.

Ciao
Mauri
ertreyt



come ti capisco... anche a me scoprire la realtà sulle nostre origini mi ha sconvolto, calcola che alla fine ho lasciato gli studi biologici che avevo intrapreso. la scienza è così materialista proprio per questo: gli studenti che non si convertono al materialismo non possono diventare ricercatori. adesso studio teologia e mi sento razionalmente più motivato. comunque che vergogna...meno male che nell'ultimo decennio la scienza ha fatto passi da gigante, quindi la verità non può essere tenuta nascosta ancora per molto, qualcosa sotto sotto si sta muovendo... nell'università di perugia sermonti sta facendo un buon lavoro, ci fossero più studiosi come lui!
l'assenza di elementi di transizione ha portato alla teoria degli equilibri punteggiati, secondo la quale esisteno periodi di mutazioni radicali alternate a periodi di mutazioni lente. in pratica è la teoria secondo la quale da un uovo di dinosauro esce un uccello... detto in maniera palese, un tentativo di confermare una teoria attraverso un'altra teoria. per questo la teoria gouldiana è un caso unico nella storia della biologia...che assurdità!
sono interessanti le citazioni dell'articolo nel sito di clint, adesso cerco di fare citazioni ancora più pesanti...



john r. durant, biologo: "molti scienziati cedono alla tentazione di essere dogmatici. ripetutamente il problema dell'origine delle specie è stato presentato come se fosse stato definitivamente risolto. nulla potrebbe essere più lontano dalla verità...".

wallace pratt, geologo: "se come geologo fossi chiamato a spiegare in breve i nostri moderni concetti sull'origine della terra e sullo sviluppo della vita su di essa a un popolo di semplici pastori, come le tribù alle quali era rivolto il libro della genesi, difficilmente potrei fare di meglio che seguire piuttosto da vicino gran parte delle espressioni contenute nel primo capitolo della genesi. l'ordine degli avvenimenti, dall'origine degli oceani all'emergere dell'asciutto, alla comparsa della vita nei mari, agli uccelli e ai mammiferi, corrisponde essenzialmente alla successione delle principali ere geologiche".

chandra wickramasinghe, astronomo, professore allo university college di cardiff: "il problema per la biologia, è quello di pervenire a un principio semplice. i residui fossili di antiche forme di vita scoperti nelle rocce non rivelano un principio semplice. la teoria dell'evoluzione manca perciò di una base adeguata".

fred hoyle, astronomo: "non c'è alcun modo di risolvere i nostri problemi disponendo semplicemente di un brodo organico maggiore e migliore, come noi stessi speravamo che fosse possibile solo un paio di anni fà. i numeri che abbiamo ottenuto sono tali da lasciare poche speranze alla scala dell'universo come a quella terrestre. invece la teoria della creazione è così ovvia che ci si chiede perchè non sia accettata da tutti come evidente. la ragioni sono psicologiche più che scientifiche".

fred hoyle e n. c. wickeramasinghe, astronomi: "se una persona non è condizionata, o da condizioni sociali o dalla propria formazione scientifica, a pensare che la vita abbia avuto origine in modo spontaneo sulla terra, un semplice calcolo della probabilità matematiche dovrebbe essere sufficiente a cancellare completamente quest'idea".

j. w. n. sullivan, matematico: "da un punto di vista statistico, l'ipotesi che la vita si sia sviluppata dalla materia inorganica è tuttora un articolo di fede".

george wald, biochimico, professore all'università di harvard: "basta pensare alla vastità di quest'impresa per concludere che la generazione spontanea di un organismo vivente è impossibile".

edwin conklin, biologo: "le probabilità che la vita abbia avuto origine per caso sono paragonabili alle probabilità che un dizionario completo si formi come risultato di un'esplosione in una tipografia".

francis crick, biologo: "un uomo onesto, munito di tutte le conoscenze attuali, può solo affermare che per ora, in un certo senso, l'origine della vita appare quasi un miracolo".

h. s. lipson, fisico: "l'unica spiegazione plausibile è la creazione. so che questo è un tabù per i fisici, come lo è in effetti per me, ma non dobbiamo respingere una teoria che non ci piace se ha il sostegno dell'evidenza sperimentale.
dopo l'origine delle specie l'evoluzione divenne in un certo senso una religione scientifica; quasi tutti gli scienziati l'hanno accettata e molti sono pronti a ritoccare i risultati delle loro osservazioni per adattarli ad essa".

chandra wickramasinghe, astronomo, professore allo university college di cardiff: "sia dall'inizio dei miei studi scientifici, sono stato sottoposto a un energico lavaggio del cervello perchè mi convincessi che la scienza non può ammettere nessun tipo di creazione intenzionale".

robert jastrow, astronomo: "l'avventura dello scienziato si conclude con un tremendo incubo. lo scienziato fugge dal bassopiano dell'ignoranza per arrampicarsi sulla montagna della conoscenza. è quasi giunto sulla vetta della grande montagna della conoscenza e, una volta arrivato finalmente in cima, vi trova una immensa schiera di teologi seduti lì da secoli".

auguro sogni d'oro a dawkins e company
ClintEastwood82
00lunedì 7 novembre 2005 16:33

(è un documento del sito di ClintEastwood82 che non avevo mai avuto tempo di leggere...ma che ieri sera mi ha letteralmente sconvolto).



Devo dire che interamente, quei documenti ancora devo finire di leggerli vista la mole, e te l'hai finiti in una sera soltanto, sei una macchina [SM=g27993]
MauriF
00lunedì 7 novembre 2005 18:45
Come potevo non finirli? Hehe, te lo conferma anche Tornelius che razza di sconvolgimento possa portare questo nella vita di uno che ha deciso di studiare biologia e che è appassionato di queste cose.

Li ho letti ieri notte dalle 23.30 all'1.00 e sono stato preso da un brivido e da uno sconvolgimento che non mi sarei mai aspettato.
Quello su cui poggiavo i piedi, scientificamente parlando, è franato.
Ed è franato con certezza assoluta perchè la confutazione è fortissima.

E lo so che c'è la Parola di Dio a sostegno della creazione, ma la necessità umana di trovare basi scientifiche rimane sempre forte nell'uomo.

owsr

peraskov
00martedì 8 novembre 2005 09:13
Io credo che dobbiamo evitare il rischio di farci guidare dalla passionalità, altrimenti finiamo per opporre un fondamentalismo ad un altro, mentre non credo alle cospirazioni cosmiche: la semplificazione evoluzionismo=ateismo a mio avviso è solo un errore.
Sia l’evoluzionismo che l’intelligent design non sono dei monoliti, oggi il darwinismo non esiste più, così come concepito inizialmente dal suo fondatore, ma ci sono diverse ramificazioni, alcune delle quali sono perfettamente compatibili con la figura di un Dio buono e provvidente, così anche l’Intelligent Design ha diverse angolazioni, che a volte si contraddicono anche fra di loro.
Leggevo su Le Scienze del mese scorso un articolo di Allen Orr, professore di biologia all’università di Rochester, dal titolo “i nuovi nemici di Darwin” che parlava appunti dell’ID (intelligent design), in maniera molto critica, non tanto per le idee che sosteneva, ma soprattutto per la scarsa scientificità dei metodi proposti e la poca conoscenza delle teorie a cui si opponeva.
Venivano menzionati due dei principali sostenitori dell’ID, Dembski e Behe.
Su Behe l’autore fa ad un certo punto questo commento: “Behe sembra credere che, data una cellula, il darwinismo possa aver creato voi e me!”; ora, io non conosco perfettamente la teoria di Darwin, ma questa frase di Orr fa chiaramente pensare che sia impossibile dedurre una conclusione di questo tipo dal darwinismo.
Trovo però questa stessa affermazione nell’articolo proposto da Mauri:

Per estrapolazione, gli evoluzionisti postulano la produzione di nuovi tratti negli organismi viventi nel corso di lunghissimi periodi di tempo, di nuove specie, grazie all'evoluzione. Secondo questa teoria, tutte le forme di vita discenderebbero da antenati comuni: i "mattoni" della vita sarebbero nati dall'interazione di elementi inerti, e il primo microrganismo si sarebbe evoluto nel corso di miliardi di anni in forme di vita via via più complesse - da ameba a invertebrato, a anfibio, rettile, quadrupede, scimmia, e infine all'uomo.”


Temo perciò di dover dedurre che, per poter parlare in maniera corretta di questo argomento, sia richiesta una competenza previa, per non rischiare di fare come certi nostri comuni amici, che dopo aver scritto libri ed articoli contro la Trinità, si sono accorti che invece stavano confutando il modalismo
MauriF
00martedì 8 novembre 2005 13:08
Per adesso non ho ancora addocchiato nessuna teoria alternativa, ho solo visto crollare quella darwiniana dinnanzi ai miei occhi.

Malgrado ci possano essere teorie alternative simili a quella evolutiva, come ad esempio quella degli equilibri punteggiati, per adesso non ho ancora trovato nient'altro che possa convincermi.

Se conoscete qualche teoria alternativa datemi pure qualche indicazione.

Credo sia stato interpretato male il mio shock...[SM=g27988]
Io vedevo anche nella teoria darwiniana la compatibilità con la mia fede...quindi non ho pregiudizi in merito.
Però sono interessato a vedere le alternative proposte...

Riguardo alle citazioni che hai fatto, in effetti la teoria evolutiva sostiene appunto la progressiva evoluzione da un antenato primordiale comune a tutti gli esseri viventi, probabilmente un procariote...appunto un organismo unicellulare.
Può sembrare una semplificazione ed una strumentalizzazione, ma non è una falsità.
Ti dirò, se non ci fosse il problema degli elementi di transizione che non si trovano e si "sarebbero dovuti trovare" (oltre ad altre due o tre cosette un po' troppo pesanti), sarebbe anche una teoria verosimile.

Ciao
Mauri
ClintEastwood82
00martedì 8 novembre 2005 23:03

Io vedevo anche nella teoria darwiniana la compatibilità con la mia fede...quindi non ho pregiudizi in merito.
Però sono interessato a vedere le alternative proposte...



Mah caro Mauri, se posso darti un consiglio, non ti disperare per trovare chissa quale teoria.
I Santi non si sono messi alla ricerca della scienza umana, ma della Scienza dell'Altissimo. Come diceva Padre Pio, cercate la scienza della Croce.
Pensi che ai Santi il Signore non gli abbia rivelato come si è veramente originato l'uomo?
La Bibbia parla chiaro, ma se proprio vogliamo sapere nello specifico, basterà rivestirsi di umiltà ed aspettare.
peraskov
00venerdì 11 novembre 2005 10:50

Se conoscete qualche teoria alternativa datemi pure qualche indicazione.




Se sei interessato a conoscere l'altra faccia dell'evoluzionismo, quella coerente con il pensiero cristiano, ti consiglierei di leggere Teilhard de Chardin, una personalità straordinaria che solo tardivamente è stata riscoperta nella sua grandezza, e la teoria biosferocentrica o delle connessioni.

Ciao
MauriF
00domenica 13 novembre 2005 10:21
Ho provato a cercare qualcosina a riguardo ma mi sembra che Chardin stia cercando più di conciliare la teoria darwiniana con la fede...
Ma non ho trovato nessun punto nel quale si riescono a vincere le confutazioni riguardo proprio alla teoria darwiniana.
Tu, che probabilmente hai letto i suoi scritti, non puoi dirmi se riesce a sciogliere e risolvere i problemi della mancanza di elementi di transizione, dell'inconsistenza dell'abiogenesi, ecc..?

Perchè sono bloccato qui.

Scusate se vi annoio un po'...ma continuo la ricerca di qualcuno che abbia affrontato questi problemi e ne abbia trovato direttamente una soluzione, anche parziale...

A dire il vero ho chiesto anche su altri forum, ma non mi sono ancora state date alternative.
Mi hanno infamato e basta... ghjk
peraskov
00lunedì 14 novembre 2005 10:34
Caro MauriF,

Ti risponderò volentieri, nei miei tempi, che non sono rapidissimi.

Già conoscevo la teoria biosferocentrica della quale esporrò i principi generali, appena possibile, ma sto leggendo in questi giorni un vecchio libro di Ferdinando Ormea (edizioni Vallecchi) su Teilhard d Chardin che mi ha molto colpito. Credo che Teilhard abbia avuto delle intuizioni che non solo risolvono i tuoi quesiti, ma che anche abbiano precorso di molto i tempi, tanto che in un primo momento è stato visto con molta diffidenza anche in ambienti cattolici.

Posso anticiparti, per ora, una sua frase famosa:
“Riscaldiamoci e rallegriamoci al soffio dell’evoluzione….poiché domani moriremo”, parafrasando Isaia 22,13

il pensiero mi è piaciuto moltissimo:

La morte umana, a livello puramente biologico, rappresenta il rinnovamento della vita, realizzando la funzione di offrire spazio al susseguirsi delle nuove generazioni, per il ringiovanire della vita stessa.
E’ un far posto agli altri, ma questo evidentemente non è tutto.
Colui che muore consenziente, cioè che lascia scomparire tutto quello che possiede di proprio per esperienza (cioè il proprio umanesimo) senza una protesta finale e senza rinnegamento della sua assoluta validità di persona, costui afferma Dio come futuro assoluto e non disponibile, che egli stesso non crea, e afferma anche il diritto degli altri al proprio futuro, costui ama Dio e gli uomini in un atto radicale di accettazione della morte.
Così però l’atto della morte diviene l’atto radicale del cristiano di fronte ad ogni umanesimo: relativizza il suo proprio essere e dà spazio agli altri, amandoli senza egoismi.

peraskov
00lunedì 14 novembre 2005 16:20
La teoria biosferocentrica di Teilhard è importante perché per la prima volta si allontana dall’approccio riduzionista (cioè lo studio dei fenomeni attuato “smontando” il sistema nelle sue particelle più piccole e rivolgendo l’attenzione al comportamento ed alle regole presenti nella minima scala) e cerca invece di affrontare la questione dell’evoluzione da un punto di vista globale, della complessità.
Questo approccio mette in crisi il sistema riduzionista (che tuttavia presenta altri vantaggi che non possono essere ignorati, soprattutto a livello didattico), perché dimostra come esso, concentrandosi sulle piccole parti, finisce per non vedere o non valutare correttamente tutte quelle caratteristiche e proprietà che dipendono appunto dai rapporti o connessioni tra la varie parti, che possono essere correttamente valutate solo con un approccio globale. Teilhard aveva inizialmente indagato l’evoluzione partendo dalla Geobiologia, a livello continentale, per poi arrivare all’intera biosfera.

Con questo tipo di approccio sono emersi parallelismi e canalizzazioni (caratteri che evolvono in modo parallelo) che erano sfuggiti all’indagine riduzionista e che divengono la prova della fecondità del metodo.

A livello filosofico e teologico nascono riflessioni importanti: la presenza di questi parallelismi e canalizzazioni dimostrano una “direzione dell’evoluzione”; non si parla più solo di trasformazione irreversibile nel tempo, ma anche di evoluzione che si muove “verso” (con un percorso di riflessione teologica molto interessante Teilhard arriverà a concludere che l’evoluzione muove verso l’Omega, cioè il Cristo totale; Universo = verso l'Uno) e soprattutto evoluzione che si muove “nella libertà”. I meccanismi “casuali” non sono più visti quindi come puro determinismo, ma come una necessità, un finalismo; il determinismo contraddirebbe infatti la nascita della creatura libera ed il suo libero agire.
Il Creatore non interviene a rimuovere ciò che è causa del male perché questo comporterebbe dei vincoli alla libertà della creatura; lo farà solamente tramite una alleanza liberamente accettata solo dopo quindi che sia comparso l’essere umano capace di pensiero.
A questo punto il valore essenziale della creazione è la libertà.


peraskov
00lunedì 14 novembre 2005 19:10
Carissima Genius67,

hai fatto un bellissimo esempio di uguale natura tra Padre e Figlio (la neve dalla quale nasce il Po è sempre acqua anche se in un diverso stato, entrambi sono H2O), ma qui stiamo parlando dell'evoluzione del creato, non degli INCREATI.

Comunque sei simpaticissima [SM=g27988]

Ciao
MauriF
00sabato 11 marzo 2006 09:08
Mi dispiace peraksov ma non trovo argomentazioni sufficienti in quello che hai scritto...
Soprattutto per quanto riguarda la teoria evolutiva.
Ho trovato invece confutazioni molto pesanti.

A riguardo ho trovato una fonte molto interessante:

www.harunyahya.org/other/evoluzione/evol.html

Vorrei che chiunque sostiene ancora la teoria evolutiva provi a leggere (magari lasciate perdere il contorno non scientifico...quali le citazioni delle sure e le prese di posizione religiose).

Comunque credo sia interessante per tutti.

Ciao
Mauri

[Modificato da MauriF 11/03/2006 9.12]

Polymetis
00domenica 12 marzo 2006 13:53
Per sono un insieme di citazioni a casaccio e decontestualizzate.

Ad maiora
MauriF
00lunedì 13 marzo 2006 13:04
Ciao Polymetis, a me sembrano tutto fuorchè quello che dici...

Non sono nè a casaccio, poichè sono ordinate bene...
E sono anche chiaramente contestualizzate.
Polymetis
00lunedì 13 marzo 2006 14:13
"E sono anche chiaramente contestualizzate."

Per dirlo occorrerebbe conoscere l'opera da cui sono prese. I creazionisti sono maestri in una cosa: fare passare critiche che scienziati evoluzionisti fanno a singoli aspetti della sintesi neodarwiniana come se fossero critiche all'intera teoria o qualcosa in grado di far crollare tutto impianto.

Ad maiora
Master Mystery
00martedì 14 marzo 2006 00:38
Gli evoluzionisti possono pensare quello che vogliono e con questo reply non sto certo e decontestualizzare qualcosa.

Ma in quanto credente, sono creazionista. Dio parla della natura umana, gli uomini sono stati i suoi servi dalla notte dei tempi, e con tutto il rispetto, non mi sembrerebbe giusto far morire miliardi di esseri viventi per la selezione naturale perchè Dio non se la sentiva di creare l'uomo fatto. Morte, dolore, sofferenza, ignoranza e attesa inutile per cosa? Per aspettare che arrivasse l'uomo evoluto e dargli la colpa del peccato, quando poveretto è da quand'era ominide che uccideva anche i suoi simili per la sopravvivenza?! Dio ha condannato l'uomo a CONOSCERE FIN DA SUBITO il peccato, perchè appunto non aveva alternativa? La Bibbia invece parla di un Dio che ha creato l'uomo SENZA peccato, e che ha insegnato all'uomo, e lo benediva, e gli dava benessere, e lo avvertiva. L'evoluzione è tutto il contrario.

Il religioso non può permettersi di essere un evoluzionista.
peraskov
00mercoledì 15 marzo 2006 13:09

Ma in quanto credente, sono creazionista.



Io sono credente e sono evoluzionista, non credo che l'equazione credente=creazionista abbia un senso.
Se Dio avesse creato le specie una per una e usato la sua provvidenza per mantenerle in essere, non si spiegherebbe come mai moltissime di loro si siano estinte, ben prima che l'uomo fosse apparso sulla terra, quindi indipendentemente dal peccato dell'uomo. La morte, la sofferenza, la violenza c'erano ben prima che l'uomo nascesse.
Ho sentito su questo argomento questa obiezione: l'uomo, peccando, ha introdotto la morte nel creato, ma solo per se stesso, le specie animali erano già mortali. Credo sia una osservazione superficiale e piuttosto infantile, anche perché la stessa fonte poi aggiunge "gli animali un tempo erano mansueti e docili e solo dopo il peccato dell'uomo sono diventati violenti, prima erano addirittura vegetariani". Bisogna decidersi, o il peccato dell'uomo coinvolge tutto il creato, e allora le specie animali non avrebbero dovuto morire prima che l'uomo peccasse, oppure coinvolge solo se stesso ed allora non è possibile che gli animali diventino feroci e carnivori solo dopo il suo peccato.
Si cercano equilibrismi che non stanno in piedi.

D'altra parte, se si legge la Genesi con un'attenzione particolare, si scopre che l'uomo appare nel sesto giorno, come ultimo anello della catena e deriva direttamente dalla materia (viene fatto dalla terra): tutto questo non ha forse un chiaro connotato evoluzionista?
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