E-War: internet è troppo libera, conquistiamola.

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astrodanzante
00mercoledì 27 settembre 2006 17:04
Leggete:
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=6322

(Scusate se non riporto l'articolo, ma non riesco a postare più cose lunghe, se qualcuno può farlo per me.)

---

Senza parole.


Meditate, specie prima di cadere vittime della demagogia a favore di intercettazioni "a fin di bene"...

Neanche Georgie Orwell poteva spingersi fin qui.
nigico
00mercoledì 27 settembre 2006 17:09
Il Pentagono ha deciso che per manipolare a proprio favore l’opinione pubblica interna e mondiale non basta più controllare i mass media: televisioni, radio e grandi giornali nazionali ed esteri. I generali Usa hanno stabilito che bisogna conquistare, e al limite distruggere, anche l’ultimo bastione della libertà d’informazione e di critica: Internet. Il dipartimento della Difesa intende “combattere la rete” in quanto essa rappresenta un “sistema d’arma nemico”, deve prendere il controllo di Internet così da garantirsi il completo controllo “di tutto il sistema di comunicazione globale” e con esso la capacità, in caso di bisogno, di “sconvolgerlo e distruggerlo”.
Non è lo scenario orwelliano di un romanzo di fantapolitica.
E’ la realtà scritta nelle 74 pagine di un documento segreto del Pentagono intitolato “Roadmap per le Operazioni d’Informazione”, datato 30 ottobre 2003 e recante la firma del segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld.

Guerra di propaganda sulla rete. Il documento, recentemente declassificato in base al Freedom of Information Act, stabilisce le linee guida di una strategia militare per combattere una guerra virtuale per la conquista della rete. Una strategia incentrata su “operazioni di guerra psicologica” (PsyOp, nel gergo militare Usa) e di “guerra elettronica” (E-War, Electronic Warfare). Lo scopo è quello di manipolare e controllare le informazioni diffuse in Internet, promuovendo quelle favorevoli agli interessi Usa e bloccando quelle che “favoriscono il nemico”. Le tattiche indicate sono molteplici. La creazione di portali globali di propaganda gestiti direttamente dal Pentagono ma non identificabili come tali, i quali raccolgano e diffondano informazioni che supportano le politiche Usa, informazioni prodotte in tutto il mondo da fonti di grande credibilità. L’istituzione di squadre speciali di hacker per operazioni si sabotaggio elettronico di siti di informazione nemici che diffondo notizie pericolose o sgradite al governo Usa. La diffusione di propaganda in territorio nemico via Internet “per manipolare i pensieri e le convinzioni del nemico”.

La rete, pericolosa perché troppo libera. L’aspetto più inquietante che emerge da questo documento è che il governo degli Stati Uniti considera “nemici” non sono solo i siti Internet del nemico (ad esempio quelli legati ai gruppi integralisti islamici) ma la rete Internet tout court, percepita come un pericolo in quanto luogo in cui l’informazione circola liberamente. Prendere il controllo della rete per limitare questa libertà significa fare con Internet quello che è stato fatto con gli altri mass media: privatizzare e concentrare, creando grandi gruppi che detengano il monopolio della diffusione delle informazioni. Che tradotto in Internet significherebbe non più miliardi di siti web incontrollabili, ma pochi “affidabili” megaportali che ospitano pagine e spazi dai contenuti “certificati”. Una prospettiva non certo estranea ai progetti delle grandi aziende Usa del settore (Google, Yahoo, AmericaOnLine e Microsoft). Progetti che il Pentagono potrebbe decidere di sostenere. Non sarebbe la prima volta, nella storia degli Stati Uniti d’America, che si verificano convergenze strategiche tra interessi militari nazionali e interessi commerciali privati.

Guerra per la libertà o guerra alla libertà? Dall’inizio della guerra globale seguita agli attentati dell’11 settembre 2001, il governo Usa ha fatto largo ricorso alla propaganda e alla censura per creare e mantenere il consenso dell’opinione pubblica nazionale e mondiale per creare una cortina fumogena attorno a tutto ciò che i cittadini non devono sapere. Una pratica che poco si addice a un governo che afferma di combattere una guerra mondiale per la difesa e la diffusione della democrazia e della libertà.
astrodanzante
00mercoledì 27 settembre 2006 17:13
Se qualcuno non si fidasse di PeaceReporter (non c'è nulla di male, io per primo controllo sempre le fonti di qualunque notizia ormai... comunicare fa male, ma informarsi fa perder mooolto tempo) il documento al quale si riferisce l'articolo è consultabile

QUI



P.S.: Nigico, grazie mille.

[Modificato da astrodanzante 27/09/2006 17.14]

edorian
00mercoledì 27 settembre 2006 19:50
grazie per le info
CorContritumQuasiCinis
00mercoledì 27 settembre 2006 20:19

... il governo degli Stati Uniti considera “nemici” non sono solo i siti Internet del nemico (ad esempio quelli legati ai gruppi integralisti islamici) ma la rete Internet tout court, percepita come un pericolo in quanto luogo in cui l’informazione circola liberamente. Prendere il controllo della rete per limitare questa libertà significa fare con Internet quello che è stato fatto con gli altri mass media: privatizzare e concentrare, creando grandi gruppi che detengano il monopolio della diffusione delle informazioni. Che tradotto in Internet significherebbe non più miliardi di siti web incontrollabili, ma pochi “affidabili” megaportali che ospitano pagine e spazi dai contenuti “certificati”.



Allucinante. Da non crederci.

Della Libertà, di cui si riempiono schifosamente la bocca, ormai è rimasta solo la statua.
Agrumica
00mercoledì 27 settembre 2006 20:42
c'era da aspettarselo...
WalterA
00mercoledì 27 settembre 2006 21:02
ahahahaaahahahahahah!!!!!!
ahahahaaahahahahahah!!!!!!
ahahahaaahahahahahah!!!!!!

Tratto da "Il Giorno della ceppa" - Prophilax - Dedicato all'esimio Dott.Ing.Gen.Com.Rumsfield

"Caro culo te saluto
oggi è il giorno della ceppa
le chiappe tue non sapranno
neanche quello che le aspetta."

buahahahabuahahaahbuahahahabuaahahaha!!!!
amboy
00giovedì 28 settembre 2006 10:59
"Possono riempire il mondo di microspie e telecamere ma non possono impedire che gli addetti ai monitor si facciano le seghe o giochino a Doom 2 per la centesima volta.
Il caos è totale, Cristo!"

King Mob (Invisibili)
DottorSkizzo
00giovedì 28 settembre 2006 12:16
Eppur credevo (e credo) che fosse già così!

tutto controllato, vidimato,spiato e lasciato correre che comunque sia ben poco pericoloso, al fine di raggiungere "l'ordine totale mondiale".




sarà che sono troppo ingenuo... (cosa certa).

[Modificato da DottorSkizzo 28/09/2006 12.18]

Total Sharing
00giovedì 28 settembre 2006 12:16
qualche anno fa si parlava ad esempio di TAZ:

copincollo da una rece del libro
preso da QUI

"Lo Stato ha la Rete, il movimento la Tela. Lo Stato, anche se possiede e controlla la Rete, cioè le informazioni, è lento. La Tela è veloce, agile. Il movimento occupa degli spazi, virtuali, reali, pezzi di territorio, di coscienza, approfittando della impossibilità dello Stato di controllare tutto. Quando lo Stato inizia ad interessarsi alla occupazione, questa cessa per riformarsi poco più in là. La teoria che sta dietro questo progetto si chiama T.A.Z., The themporary autonomous zone, Zone temporaneamente autonome. E si trova in un libro dallo stesso titolo scritto negli Stati uniti sotto lo pseudonimo Hakim Bey (Shake edizioni). Il libro viene presentato come "l'elogio del nomadismo psichico", ma è qualche cosa di diverso dalle teorie del viaggiatore immobile. Ed ha una valenza che va al di là della letteratura cyberpunk (punk della cibernetica, ribelli della tecnologia informatica), nella quale per altro si inscrive..."

la posta in gioco e' alta.
la lotta continua?


ongii
00giovedì 28 settembre 2006 12:34


se la crearono loro agli albori degli anni 70, per far funzionare meccanismi tra organi militari(molte tecnologie nascono in campo militare prima che altrove)
e fu una gran cosa, fiore all'occhiello della neweconomy, ma fortunatamente, anche della diffusione di idee e notizie e pensieri sparsi.

Secondo me non ce la faranno a controllare tutto, e forse neanche a concentrare fino al punto di costituire dei grossi flussi di notizie che fanno capo a poche agenzie( come avviene nel giornalismo "analogico")
perhè esiste la possibilità di dislocare server ovunque,spesso alcune realtà che si son sentite controllate e bersagliate, hanno spostato, splittato la fonte del flusso informativo altrove, in molti posti, monitorando i server contemporaneamente.

Cioè anche se non sono un'hacker, penso che il modo di sfuggire a questoi pericolo, alla lunga, verrà trovato, e sarà proprio nelle caratteristiche digitali della comunicazione.

Certo è che siamo controllati ovunque, questo è certo.

La lobby dei flussi informativi digitali non deve nascere.,

Quant'è bella e libbera e democratica, l'ammeriga !!!!!!
astrodanzante
00giovedì 28 settembre 2006 15:24

Scritto da: ongii 28/09/2006 12.34

Secondo me non ce la faranno a controllare tutto




Anch'io l'ho sempre pensata così, in linea di massima, ma ora la mia fiducia comincia a vacillare.

In corso ci sono troppi progetti, che con finalità e metodi diversi, rischiamo di creare come effetto controlaterale la "centralizzazione" del net, ossia la negazione stessa del principio fondante di internet.
astrodanzante
00giovedì 28 settembre 2006 15:24
Da un lato abbiamo il progetto "Palladium", che se andrà in porto ci consegnerà delle macchine che "sanno già" cosa si può fare e cosa non si può fare. Lo scopo del progetto sarebbe quello di bloccare la pirateria.

Come se per combattere la prostituzione fabbricassero delle automobili che di notte ti impediscono di andare sulla Cristoforo Colombo... (Lucio preparami la stanza che non posso prendere la Pontina!)

Dall'altro lato abbiamo il progetto che nega la neutralità della banda, ossia il traffico internet verrebbe agevolato verso server che (pagando) siano considerati "affidabili" e ostacolati verso gli altri. Questo progetto legge rimbalza da un po' nel senato USA, dove ha, sulla carta, già la maggioranza.
astrodanzante
00giovedì 28 settembre 2006 15:24
Dall'altro lato ancora abbiamo il comportamento dei motori di ricerca, la cui neutralità è tutta da verificare e comunque è sotto l'occhio del grande fratello da un po'...

Quello che finora mi ha sempre reso fiducioso è il fatto che, se applicassero tutte le misure restrittive immaginabili, nel giro di pochi giorni si verrebbe a creare una rete alternativa, questa volta completamente free (a partire dal software). Ora vacilla anche questa idea, perchè se hanno intenzione di effettuare (non immediatamente, non repentinamente) un controllo totale, verrebbero a mancare anche le infrastrutture necessarie per una sua "creazione", a meno di non voler risprofondare all'improvviso all'epoca delle bbc, tutti con il proprio modem, server compresi...
astrodanzante
00giovedì 28 settembre 2006 15:26
Quello che comunque più mi inquieta di quel dossier non è l'aspetto tecnico, ma l'aspetto psyop. Pura paranoia degna di Strinberg.



e forse neanche a concentrare fino al punto di costituire dei grossi flussi di notizie che fanno capo a poche agenzie



Su questo non ci giurerei davvero. Se prendiamo la situazione italiana, i fornitori di notizie "web" sono gli stessi attori dell'informazione tradizionale, le solite agenzie e i soliti giornali.
Poi abbiamo 3-4-5 fonti di "controinformazione", che non sono poi note a tutti, anzi, e la cui indipendenza e attendibilità è tutta da dimostrare.
astrodanzante
00giovedì 28 settembre 2006 15:26
E si può solo andare avanti.

In questo ambito le mie preoccupazioni sono molte...


Insomma, se - per farti un esempio a te noto - per leggere il discorso di Ahmadinejad all'ONU devo andarmelo a buscare direttamente sulla radio iraniana in lingua italiana (e prenderlo quindi con le dovute pinze lunghe mezzo metro) perchè in Italia NESSUN organo di informazione si degna di riportarlo... la situazione è già compromessa, ci vuol poco a farla precipitare.

In Italia ci siamo convinti che il problema dell'informazione fosse SOLO Berlusconi, quando non è che un aspetto del tutto marginale e organico a un problema molto più grande.
astrodanzante
00giovedì 28 settembre 2006 15:28
Scusate la moltitudine di post, ma non riesco più a inviare testi lunghi e non capisco il perchè... mi succede solo su questo forum.

Che sia stato censurato? [SM=g27824] [SM=g27828]
WalterA
00giovedì 28 settembre 2006 21:41
Re:

Scritto da: astrodanzante 28/09/2006 15.24
Da un lato abbiamo il progetto "Palladium", che se andrà in porto ci consegnerà delle macchine che "sanno già" cosa si può fare e cosa non si può fare. Lo scopo del progetto sarebbe quello di bloccare la pirateria.

Come se per combattere la prostituzione fabbricassero delle automobili che di notte ti impediscono di andare sulla Cristoforo Colombo... (Lucio preparami la stanza che non posso prendere la Pontina!)

Dall'altro lato abbiamo il progetto che nega la neutralità della banda, ossia il traffico internet verrebbe agevolato verso server che (pagando) siano considerati "affidabili" e ostacolati verso gli altri. Questo progetto legge rimbalza da un po' nel senato USA, dove ha, sulla carta, già la maggioranza.



su emule c'è già la patch in versione beta 0.0.1.per Microsoft vista.punto.

come ho detto prima non sanno neanche quello che sta per succedergli.

E' il loro culo ad essere in pericolo caro marco e daje giù che ancora vogliono controllare...ma de che aò....ehehehe


P.S.:X MARCO.
A CASA MIA C'è SEMPRE LA STANZA ANCHE SE DOVRAI CONVIVERE CON UN RAGNO A CUI MI SONO AFFEZIONATO...L'HO CHIAMATO: EDOARDO.

[Modificato da WalterA 28/09/2006 21.42]

zaren1
00giovedì 28 settembre 2006 21:47
già. se ne è discusso tanto anche qualche settimana fa all'hackmeeting.

Ma per capire cosa si può fare bisogna solo rimanere fermi ed aspettare...
WalterA
00venerdì 29 settembre 2006 01:36
Su Emule dopo i server "Razorback", anche i server "Edonkey" sono stati "indagati".

A chi lo usa consiglio di fare un refresh ogni tanto dei server.


P.S.: Per quanto riguarda la faccenda del controllo internettiano, stanno spuntando negli uòtimi tempi molte utility OpenSource che tra poco surclasseranno le famiglie Microsoft, dalla grafica alla programmazione dovremmo solamente lasciare windows e migrare su linux.

Per quanto riguarda il principio non sarebbe male se ci fosse un po più di controlo sui contenuti di internet(pedo-pornografia e derivati). Il resto credo che rientri nel detto "Fatta la legge trovato l'inganno". Come ho detto prima c'è già una versione beta della patch di Windows Vista.
astrodanzante
00venerdì 29 settembre 2006 12:30
A parte che Windows Vista e Palladium sono (ancora) due progetti distinti

(e patchare un componente hardware è arduo, non impossibile, ma arduo, comunque non per tutti... quante persone immagini aprire il loro pc nuovo di pacco e mettersi ad armamentare con un saldatore?)

E' vero ciò che dici sull'opensource (che comunque non girerà su macchine palladium e sarà la volta buona che ci liberiamo dell'architettura intel) ma...

...ribadisco, ciò che mi inquieta di più in quel fascicolo è l'aspetto psyop più che l'aspetto tecnico.

Sono stufo di stare in paranoia e dover sospettare che qualsiasi velina sia propaganda.

Più intollerabile della privazione della libertà è solo l'illusione di essere liberi.
ongii
00venerdì 29 settembre 2006 14:28

Il progetto omicida Palladium è il fantasma che ci aspetta dietro la porta di casa. Probabilmente, qualche decennio fa, gli abitanti delle città occidentali si sarebbero meravigliati al solo pensiero che agli angoli delle strade ci fossero state le telecamere( e non era andy warhol a metterle), quindi, tra qualche anno non dovremmo meravigliarci se in un pubblico internet point (dove già non si sa cosa succeda agli utenti che entrano a navigare, antiterrorism is present) ci siano barriere o muridifuoco a seconda di quale notizia si va a cercare, dove si va a cercarla.
Il mio pensiero speranzoso, dovuto anche a qualche chiacchiera con braviamicipinguinazzi, è che potrebbe diventare una guerra di guerriglia, ma di quelle da far impallidire camilo cienfuegos, e cioè: la rincorsa infinita in digitale al gatto col topo, e alla fine o il gatto mette in galera il topo, oppure il topo vince sul felino per sfinimento.

[Modificato da ongii 29/09/2006 14.31]

WalterA
00venerdì 29 settembre 2006 16:26
Re:

Scritto da: astrodanzante 29/09/2006 12.30
A parte che Windows Vista e Palladium sono (ancora) due progetti distinti

(e patchare un componente hardware è arduo, non impossibile, ma arduo, comunque non per tutti... quante persone immagini aprire il loro pc nuovo di pacco e mettersi ad armamentare con un saldatore?)

E' vero ciò che dici sull'opensource (che comunque non girerà su macchine palladium e sarà la volta buona che ci liberiamo dell'architettura intel) ma...

...ribadisco, ciò che mi inquieta di più in quel fascicolo è l'aspetto psyop più che l'aspetto tecnico.

Sono stufo di stare in paranoia e dover sospettare che qualsiasi velina sia propaganda.

Più intollerabile della privazione della libertà è solo l'illusione di essere liberi.




Sono stufo di stare in paranoia e dover sospettare che qualsiasi velina sia propaganda.



Marco, ho capito quel che vuoi dire.
Ma tu che cosa consiglieresti di fare in proposito?
Che cosa chiedi come "persona informata dei fatti"?
bradiporosso
00venerdì 29 settembre 2006 16:33
anche internet sarà regolarizzato
e a noi lamentoni ci gireranno i coglioni per un paio di giorni
ma ci riabitueremo presto
astrodanzante
00giovedì 5 ottobre 2006 15:13
Vagamente in tema
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/04/caretto.shtml


Usa, Grande fratello contro «opinioni ostili»
L’iniziativa del ministero della Sicurezza nazionale per individuare i media e i giornali nemici nel mondo


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON — I media di tutto il mondo, da i più diffusi quotidiani europei alla più oscura radio-tv nepalese, saranno sottoposti in futuro al costante controllo di un Grande fratello elettronico americano «per identificare potenziali minacce agli Stati Uniti». Un «software» o programma in preparazione alle università di Cornell, di Pittsburgh e dell’Utah consentirà alla Superpotenza di registrare «le opinioni negative» su di essa o sui suoi leader espresse dalle testate o dagli autori degli articoli. In casi estremi, il programma, una «sentiment analysis» (analisi del sentimento, ossia degli orientamenti politici) varata dal Ministero della sicurezza nazionale, porterà all’adozione di misure preventive.
Lo ha svelato ieri il New York Times, a cui il coordinatore dell’iniziativa, Joe Kielman, ha spiegato che gli Usa «devono potere distinguere tra la critica e l’aggressione». Il programma, per cui l’amministrazione ha stanziato 2 milioni e mezzo di dollari, e che sembra sia stato suggerito dalla Cia, è già in corso in via sperimentale. Il «software» sta esaminando centinaia di articoli del 2001 e 2002 su Guantanamo, il campo di internamento dei terroristi a Cuba; sull’uso del termine «asse del male» (Corea del nord, Iran, Iraq) da parte del presidente Bush; sull’effetto serra; e sul fallito golpe contro il leader venezuelano Chávez. Tutte vicende o posizioni che hanno generato aspre denunce dell’operato della Casa Bianca. Sebbene Kielman sostenga che il Grande fratello elettronico non sorveglierà i media americani, perché vietato dalla legge, le ricerche in corso vertono non solo su voci straniere come l’Agence France Press e The Dawn, un quotidiano pachistano, ma anche su voci interne come il New York Times e il Miami Herald.
I media stranieri vengono già monitorati dalle ambasciate Usa e dagli agenti della Cia e dell’Fbi sul posto. Ma questo spionaggio elettronico, il versante mediatico delle intercettazioni globali telefoniche e delle «email» condotte dalla National Security Agency, non ha precedenti, e ha suscitato furenti reazioni. Lucy Dalglish, una dirigente di Freedom for the press (Libertà di stampa), lo ha definito «un incubo orwelliano». E Mark Rotenberg, il direttore dell’Electronic privacy information center (Centro della riservatezza della informazione elettronica) ha auspicato che venga abolito. «È agghiacciante» ha protestato. «È una violazione dei diritti civili. Ricorda il programma spionistico del Pentagono del 2002, a cui si oppose persino il Congresso, così ossequiente a Bush». Claire Cardie e Jaynice Wiebe della Università di Pittsburgh sono due dei programmatori della «sentiment analysis». Hanno dichiarato al New York Times che ci vorrà qualche anno prima che il programma non commetta errori, al momento frequenti, «e segnali con esattezza le esternazioni più forti di antiamericanismo». E hanno ammesso che il suo impiego potrebbe porre «problemi giuridici».
Ma hanno affermato che servirebbe anche a fare capire meglio all’amministrazione «che cosa pensano all’estero» e contribuirebbe a plasmarne le politiche. Non è il parere del politologo Larry Sabato, un esperto dei media: «Il principale effetto di un’iniziativa del genere — ha obbiettato Sabato — è di creare un clima di censura. Quante testate e giornalisti americani non solo stranieri continuerebbero a esprimere liberamente le loro opinioni? Non c’è bisogno di questo programma per scoprire quali siano le pubblicazioni estremiste nel mondo».
Ennio Caretto
04 ottobre 2006

[Modificato da astrodanzante 05/10/2006 15.14]

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