FABER PRINCIPE LIBERO

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:Bacco:
00domenica 3 aprile 2005 15:29
Coordinate spazio temporali: Montaretto, 2 aprile, anno del ns. signore 2005.





In una piccola piazza tra cielo e mare, ieri notte,
in un piccolo paese della liguria più liguria, s'è
manifestata un po' di quella magia che solo la grande
musica puo' far scaturire.
Mi ritengo fortunato spettatore di un'orchestra e di
un gruppo di personaggi che hanno accompagnato Fabrizio
De Andrè per le tournee della sua vita. Poche volte
l'attacco di un concerto è riuscito a farmi scender le lacrime,
lo dico senza vergogna.
Un'improvvisata tra musicisti passionali, che vivono quando
salgono sul palco e forse suonavano più per loro che per la folla che intasava la piccola piazzetta del paese di
Montaretto (10x10 mq?).
E' stata un po' come la nostra (liguri) taranta. E' stato
un grande rimpianto per non aver mai potuto sentire quelle stesse persone accompagnare Fabrizio.

Per il resto, bottiglie di bianco della casa del popolo,
l'incontro il pomeriggio in una giornata di sole primaverile
a picco sul mare. Umanità raccolta, gioia,passioni rivitalizzate...

vostro Bacco

[Modificato da :Bacco: 03/04/2005 16.04]

(ele)anna82
00domenica 3 aprile 2005 15:31
Non ne sapevo nulla...
[SM=g27834]
ongii
00domenica 3 aprile 2005 15:57


bella Bacco, che sensazione di freschezza_ anche il vino bianco avrà fatto il suo, immagino_
quando si alzano le note delle sue canzoni potrebbe fermarsi il mondo per un attimo
:Bacco:
00domenica 3 aprile 2005 16:01
...
Penso che ogni anno si ripeta,
mea culpa non aver detto niente
sul forum, ma son andato proprio
all'ultimo momento. E' un paese
molto carino con l'ostello, la casa
del popolo, la chiesa, il bar e
l'alimentariedicolatabacchi.
Vi terrò informati se accade altro di simile...

invece a BO? [SM=g27817]
ongii
00domenica 3 aprile 2005 16:07


nn ho le forze per scrivere resoconti...

è stato il mio primo concerto vissuto in disparte...in ultima fila, fuori dal locale...poi mi sono anche avvicinato al palco, maroktruppen in selvaggia parata e numero considerevole

suonano bene
suonano bene, meglio, canali indiavolato impressionante coi suoi feedback di chitarra..non ricordo su quale canzone, ad un certo punto marok e giorgio hanno concluso il pezzo con delle svisionate assurde basso-chitarra con cristiano e pino a rendere rotondo il tutto, rumorismo direi...per un attimo ho pensato ai pink floyd ieri sera, sul serio...

e poi il camerino sotterraneo...zii nonni e parenti tutti...
Agrumica
00domenica 3 aprile 2005 16:39
montaretto

non so se si ripeta ogni anno;
quello che so è che il concerto si è inserito all'interno di una rassegna dedicata a de andrè che è durata una settimana circa, con relativa esposizione mi vario materiale
avrei voluto esserci anche io..
Occidente
00martedì 19 aprile 2005 17:59
montaretto....
Bellissime sensazioni c'ero anche io......
Chissà forse c'è davvero un angelo anarchico che veglia su di noi, forse c'è stato veramente 6 anni fa un angelo che ha lasciato come questo pezzo di terra.
La musica rende immortali, come un tatuaggio come un marchio a fuoco sulla carne delle nostre anime....
Mi sarebbe piaciuto vedere anche il figlio dell'angelo, cristiano, ma in quel giorno lì non c'era.

Ciao faber.....


CorContritumQuasiCinis
00giovedì 2 giugno 2005 18:33
Mi permetto... sperando possa interessarvi.


Un prete da marciapiede

Quattro anni fa, l’11 giugno 2001, noi di “A” organizzammo la presentazione alla stampa del nostro Cd+libretto di De André “ed avevamo gli occhi troppo belli” in un campo rom alla periferia Nord-Est di Milano e invitammo tra altri “testimonial” don Andrea Gallo, fondatore della Comunità San Benedetto di Genova, amico di Fabrizio e Dori, da sempre al fianco degli emarginati e in particolare degli zingari. Fu in quell’occasione che lo conobbi, ne apprezzai le parole, ci ripromettemmo di ritrovarci per approfondire la conoscenza.
Alcuni compagni storsero il naso. Dov’era finito il sano anticlericalismo degli anarchici? Trovammo anche un messaggio anonimo nella segreteria telefonica: “Vergognatevi! Chiamare un prete per far più soldi. Mi fate schifo!”
Noi, evidentemente, la pensavamo (e la pensiamo) in modo differente. Il problema, al caso, era di Andrea, il prete, non nostro.
E pensare che pochi giorni prima lo stesso don Gallo si era unito al corteo promosso dagli anarchici a Genova, in vista della contestazione del G8 che avrebbe avuto luogo nel successivo mese di luglio. Era stato fotografato e all’indomani era apparso nella cronaca cittadina dei quotidiani locali, con dichiarazioni di simpatia per gli anarchici e il loro corteo.
A quel corteo, così come nel campo rom e in tutte le altre occasioni in cui poi l’ho incontrato, don Andrea Gallo era vestito da prete, non travestito in incognito. Perché lui è indiscutibilmente, vorrei dire orgogliosamente, un prete – anche se molto, molto particolare. Un prete da marciapiede, un prete che va in giro di notte a distribuire generi di conforto e preservativi alle prostitute, un prete che ha portato delle donne violentate ad abortire il frutto di quella violenza. Un prete angelicamente anarchico, come si intitola la sua autobiografia recentemente uscita e come ama definirsi lui stesso.
La chiesa era stracolma. C’ero anch’io, commosso. Ma non dietro l’altare, fra vescovo e arcipreti. Ero nella piazza, insieme agli anarchici, con un fazzoletto rosso al collo e sotto la loro bandiera nera. Così si apre il capitoletto dedicato al Vangelo secondo De André: con questa immagine dei funerali del cantautore genovese, nostro comune amico. Fabrizio – scrive più avanti – è stato semplicemente un anarchico, perché l’anarchia, prima ancora che un’appartenenza politica, è un modo di essere. Basta scorrere il canzoniere di De André: donne, prostitute, suicidi, ultimi, zingari. Come nel Vangelo: “I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio”. La scelta di Fabrizio non accetta etichette, non è mai ideologica. Chi sceglie un’ideologia può anche sbagliare; chi sceglie i poveracci, i senza voce, i fragili, non sbaglia mai.
Questo libro si legge in un attimo, diviso com’è in tanti capitoletti. Vi si intrecciano i mille incontri di questo vecchio ragazzino (sulla soglia degli 80 anni) con l’analisi, veloce sempre ma centrata, dei contesti sociali che favoriscono l’emarginazione: il carcere, la repressione sociale e poliziesca, il mercato della droga, i miti berlusconiani. Al centro della sua riflessione, l’ottavo peccato capitale, quello che secondo lui caratterizza in negativo la nostra epoca: l’indifferenza.
Giovanissimo disertore dalla leva repubblichina, staffetta partigiana prima ancora di farsi prete, don Gallo ha scelto di stare dalla stessa parte che abbiamo scelto noi. Certo, è stato ed è un prete, dentro una struttura – la Chiesa cattolica – che noi contestiamo e che lui stesso per tanti aspetti critica.

Fonte:
Paolo Finzi
A - rivista anarchica
anno 35 n. 309
giugno 2005



lemiemanisudite
00giovedì 2 giugno 2005 19:06
Re: Mi permetto... sperando possa interessarvi.

Scritto da: CorContritumQuasiCinis 02/06/2005 18.33


Un prete da marciapiede

Quattro anni fa, l’11 giugno 2001, noi di “A” organizzammo la presentazione alla stampa del nostro Cd+libretto di De André “ed avevamo gli occhi troppo belli” in un campo rom alla periferia Nord-Est di Milano e invitammo tra altri “testimonial” don Andrea Gallo, fondatore della Comunità San Benedetto di Genova, amico di Fabrizio e Dori, da sempre al fianco degli emarginati e in particolare degli zingari. Fu in quell’occasione che lo conobbi, ne apprezzai le parole, ci ripromettemmo di ritrovarci per approfondire la conoscenza.
Alcuni compagni storsero il naso. Dov’era finito il sano anticlericalismo degli anarchici? Trovammo anche un messaggio anonimo nella segreteria telefonica: “Vergognatevi! Chiamare un prete per far più soldi. Mi fate schifo!”
Noi, evidentemente, la pensavamo (e la pensiamo) in modo differente. Il problema, al caso, era di Andrea, il prete, non nostro.
E pensare che pochi giorni prima lo stesso don Gallo si era unito al corteo promosso dagli anarchici a Genova, in vista della contestazione del G8 che avrebbe avuto luogo nel successivo mese di luglio. Era stato fotografato e all’indomani era apparso nella cronaca cittadina dei quotidiani locali, con dichiarazioni di simpatia per gli anarchici e il loro corteo.
A quel corteo, così come nel campo rom e in tutte le altre occasioni in cui poi l’ho incontrato, don Andrea Gallo era vestito da prete, non travestito in incognito. Perché lui è indiscutibilmente, vorrei dire orgogliosamente, un prete – anche se molto, molto particolare. Un prete da marciapiede, un prete che va in giro di notte a distribuire generi di conforto e preservativi alle prostitute, un prete che ha portato delle donne violentate ad abortire il frutto di quella violenza. Un prete angelicamente anarchico, come si intitola la sua autobiografia recentemente uscita e come ama definirsi lui stesso.
La chiesa era stracolma. C’ero anch’io, commosso. Ma non dietro l’altare, fra vescovo e arcipreti. Ero nella piazza, insieme agli anarchici, con un fazzoletto rosso al collo e sotto la loro bandiera nera. Così si apre il capitoletto dedicato al Vangelo secondo De André: con questa immagine dei funerali del cantautore genovese, nostro comune amico. Fabrizio – scrive più avanti – è stato semplicemente un anarchico, perché l’anarchia, prima ancora che un’appartenenza politica, è un modo di essere. Basta scorrere il canzoniere di De André: donne, prostitute, suicidi, ultimi, zingari. Come nel Vangelo: “I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio”. La scelta di Fabrizio non accetta etichette, non è mai ideologica. Chi sceglie un’ideologia può anche sbagliare; chi sceglie i poveracci, i senza voce, i fragili, non sbaglia mai.
Questo libro si legge in un attimo, diviso com’è in tanti capitoletti. Vi si intrecciano i mille incontri di questo vecchio ragazzino (sulla soglia degli 80 anni) con l’analisi, veloce sempre ma centrata, dei contesti sociali che favoriscono l’emarginazione: il carcere, la repressione sociale e poliziesca, il mercato della droga, i miti berlusconiani. Al centro della sua riflessione, l’ottavo peccato capitale, quello che secondo lui caratterizza in negativo la nostra epoca: l’indifferenza.
Giovanissimo disertore dalla leva repubblichina, staffetta partigiana prima ancora di farsi prete, don Gallo ha scelto di stare dalla stessa parte che abbiamo scelto noi. Certo, è stato ed è un prete, dentro una struttura – la Chiesa cattolica – che noi contestiamo e che lui stesso per tanti aspetti critica.

Fonte:
Paolo Finzi
A - rivista anarchica
anno 35 n. 309
giugno 2005






Intanto a Genova la Curia pensa di prendere provvedimenti contro Don Gallo "reo" di aver invitato a non disertare le urne ai prossimi referendum e di presunte "precedenti esternazioni irriguardose sul compianto Giovanni Paolo II e su Benedetto XVI".

Don Gallo è una grande persona.



kitaj
00sabato 11 giugno 2005 20:15
Re: Re: Mi permetto... sperando possa interessarvi.

Scritto da: lemiemanisudite 02/06/2005 19.06
Intanto a Genova la Curia pensa di prendere provvedimenti contro Don Gallo "reo" di aver invitato a non disertare le urne ai prossimi referendum e di presunte "precedenti esternazioni irriguardose sul compianto Giovanni Paolo II e su Benedetto XVI".


Pittime.
Sento puzza di bruciato di coda di paglia.

(Scusate: non c'entra col topic Live!, ma c'entra coi referendum. E con tante altre cose!)

[Modificato da kitaj 11/06/2005 20.38]

CorContritumQuasiCinis
00mercoledì 6 settembre 2006 15:03
... etc.

Due Poeti.
Giusitta
00mercoledì 6 settembre 2006 15:06
c'è una bella trasmissione su radio24 dedicata a de andrè,
oggi è in onda la 3a puntata...

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