Intervista a Madre Teresa di Calcutta sui protestanti
D- Allora secondo lei i Protestanti chi sono?
R- " I Protestanti innanzi tutto sono figli della Santa Chiesa. Sono quei figli irrequieti e che vivono nel cuore dei grandi contrasti con i propri genitori, in questo senso i genitori sono la Santa Chiesa Cattolica. Abbiamo alcune Case dove accogliamo figli irrequieti che in un modo o nell'altro avendo rotto una sintonia con i propri genitori, vivevano in mezzo alla strada. Così è per i Protestanti, essi hanno un cuore molto più sensibile di molti Cattolici, per questo entrano in contrasto più facilmente. Occorre conoscerli e comprendere le loro ragioni"
D- Cioè, la Chiesa li deve ascoltare e poi?
R- " Il protestante deve innanzi tutto riscoprire la fiducia nella Chiesa Cattolica. I ragazzi abbandonano la propria famiglia quando la fiducia viene meno, mentre le cosìdette ragioni dottrinali, sono solo una scusa. Al centro di un qualsiasi recupero deve esserci un rapporto reciproco di fiducia: i genitori devono fidarsi del figlio, il figlio deve fidarsi di chi ne sà più di lui e insieme crescere. Dobbiamo imparare ad ascoltare i protestanti e saper cogliere dalla loro inquietitudine le ragioni che lo spingono a stare fuori della Chiesa. Qualcuna di queste ragioni è per esempio giustificata".
D- Può farmi un esempio?
R- " Si! Un esempio è l'amore che hanno per la Bibbia e il senso della testimonianza. Loro hanno una grande desiderio di testimoniare la fede in Gesù. I Cattolici sotto questo aspetto sono assopiti e spesso danno delle pessime testimonianze, restano cattolici ma disobbediscono al santo Padre, disobbediscono ai loro vescovi, disobbediscono al Magistero, disobbediscono al Vangelo, come può allora un protestante avere fiducia nei cattolici? "
D- Lei dice che è colpa dei cattolici?
R- "In gran parte si! E lo dico con molto dolore. Il tutto si riperquote poi addosso al santo Padre. Porto come esempio Gandhi che se non fosse stato per la testimonianza dei cristiani si sarebbe convertito probabilmente proprio perchè voleva molto bene alla figura del Pontefice. Se leggiamo con attenzione la storia dei Talenti, il cattolico è colui che riceve di più, ma di più deve anche dare. Per questo vedo molta responsabilità nei cattolici assopiti."
D- Secondo lei i protestanti sono allora da imitare?
R- "Su certe cose direi di si! Vede, a loro manca il senso della fiducia nella Chiesa, perciò devono fare molte volte da soli,
ma quando è il medesimo Gesù Cristo che predichiamo e amiamo, allora sono loro che veramente ci insegnano molte volte come dobbiamo dare testimonianza di questa fede. Il cristiano vero non può fare da solo, ha bisogno dell'altro e noi possiamo donare ai protestanti quel senso di serenità che nasce proprio dall'obbedienza e dalla fiducia alla Chiesa.
D- Tutta una questione di fiducia?
R- "Bè si! Fede e fiducia camminano insieme. Se non ho fiducia in Gesù, non posso dire nemmeno di avere fede. Per un protestante imparare ad avere fiducia nella Chiesa, vuol dire imparare a vedere Cristo Gesù alla sua guida, fidarsi allora della Chiesa sarà come fidarsi di Gesù stesso e per questo avere una fede piena.
Senza la fiducia nella Chiesa si rischia di avere fede in Gesù solo a metà, non completamente. Le dottrine poi vengono a completare lo schema della fede e della fiducia, sono dei mezzi che ci consentono di progredire, non possono essere usate per parlare di fede e di fiducia."
D- Come lo supererebbe questo scoglio?
R- "Nella mia esperienza cerco di procedere nella testimonianza. Ho ricevuto molti aiuti morali da molti amici protestanti, delle volte più che nella Chiesa. Nessuno è profeta in casa propria. Occorre accostarsi e accogliere ponendo avanti a noi Gesù e imparare a fidarsi.
Purtroppo il vero problema è che è stato insegnato molta falsità contro il santo Padre e la stessa Chiesa a tal punto che oggi diventa sempre più difficile abbandonarsi con fiducia in ciò che insegna. Ci vuole molta pazienza, infinita pazienza che deve essere soggetta alla Carità. Riconosco che la Carità è molto più esercitata dai cattolici nonostante le tante contraddizioni di fede che vivono, mentre accade il contrario, cioè che i molti protestanti vivono una testimonianza ammirabile, ma purtroppo priva della Carità e lo si vede quando poi ci si deve confrontare, il cattolico cede per carità che viene confusa per ignoranza, mentre una certa spavalderia protestante prevale come scienza".
D- Non le sembra di contraddirsi?
R- " Ma non viviamo forse in mille contraddizioni? Questa è l'opera di Satana che semina la zizzania, opera le divisioni, tutto conduce ad odiare la santa Chiesa, perchè? Perchè si è privi della Carità, dell'umiltà, dello spirito dell'obbedienza, della sottomissione. Gridiamo che vogliamo la Pace, io mi batto contro l'aborto perchè non può esserci una vera Pace se questa non è data al grembo materno, non devono esistere delle eccezioni, con le eccezioni si finisce con il mettere tutto in dubbio! Il protestante vive in contraddizione con la sua efficace testimonianza,
ama la Bibbia, ma la usa contro la Chiesa, ma per fortuna con i missionari protestanti c'è molta collaborazione".
D- Cosa suggerirebbe ad un cattolico?
R- " Di usare l'arma migliore, la Carità! Ma poi anche ad avere egli stesso fiducia nella Chiesa, di applicare il Magistero così da dare una vera testimonianza.
Di amare l'Eucarestia così da testimoniare che quel Cibo non è un simbolo, ma è la nostra linfa vitale, nutrimento di grazia che si riflette nella testimonianza. Di pregare con il Rosario senza vergognarsi così da testimoniare la forza della Preghiera e della meditazione del Vangelo che si rifletterà nella testimonianza concreta. Alle mie suore ho fatto intendere loro l'importanza di queste forme di visibilità, l'uomo ha bisogno di vedere, questa è la potenza del cattolico".
D- E ad un protestante cosa suggerirebbe?
R- "Di avere fiducia! Di lasciarsi catturare dalla verità. Di capire che non è messa in discussione la sua testimonianza, ma che anzi essa è preziosa per un cattolico. Ma che da soli non possiamo fare nulla e che quando la Chiesa Cattolica viene derisa, attaccata, oltraggiata, è sempre il medesimo Cristo Gesù che subisce queste offese perchè la Chiesa è il suo Corpo visibile, reso visibile da persone come noi, fragili e peccatori, come tutti. Un giorno un pastore che in seguito è entrato in seminario cattolico per farsi sacerdote, mi aiutava nel lavare alcuni bambini appena tolti dalla strada, mi chiese: “Insegnami il tuo segreto, come fai ad andare d'accordo anche con gli Induisti? “ gli risposi: “Vedo Gesù anche in loro! Questo me lo ha insegnato la Chiesa che con la sua preghiera quotidiana mi sostiene in questa vocazione. Come potrei io così piccola e meschina amare e ripulire e dare da mangiare? Siamo le sue sante Mani e siamo i suoi santi Piedi forati dai chiodi per amore di tutti i suoi figli dispersi, solo la Chiesa può darci questa forza, noi non siamo nulla, ma con la Chiesa possiamo veramente cambiare le cose, piccole cose, mai grandi cose, quelle le fa Dio in persona! “