ELEGIA
Distrai gli occhi e i pensieri
dalle tue zelanti faccende,
porgi l'orecchio al flauto
e ascolta la melodia di questo flebile canto
Armonie scevre di slanci
presumono d'accordarsi ai tuoi sontuosi entusiasmi
Modesti versi di riservata malinconia,
non sono le esigenze che tu mi domandasti,
ma quant'anche versassi l'oceano intero nella tua coppa,
ne conterebbe la bevuta di un solo sorso;
perentori,i tuoi insaziabili scritti,m'avvisarono
Rivolgo allora lo sguardo al Parnaso
Apollo compiaciuto,accondiscende ai miei desideri,
e m'accompagna con la sua lira da braccio
Aggraziate Muse,m'infondono nella mente e nell'animo
idee e immagini,da convertire in mesti versi
Io proferi'nefande parole e vergognosi dileggi,
io concepi',progettai e costrui'
architetture gelose di congetture fallaci,
a fendere come guizzi di lampi,quello che fu
Ma io non sapevo,e tu non spiegasti
Vedi,ora so perchè,
l'ebbro non comprende lo stato del sobrio ,
e perchè di notte il Re,non sa di essere sovrano
Barlumi i fuochi vivaci,
che furono un tempo danze di fiamme e faville,
si nutrono di attuali ricordi;
leggende di amori in scrigni di taccuini,
e seducenti musiche,prodigi di pianisti sull'acqua
Scovo e scorgo ,poi,nella fessura dell'animo lacero,
fino a discernere chi nella roccia
si porta inchiodate le stelle nel cuore,
e piange lacrime di gocce incolore.
Teresa