ora la chiesa pontifica anche sui fidanzati gay

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Cryptone
00lunedì 11 febbraio 2008 12:53
Busto Arsizio - Rifondazione e Arcigay organizzano una festa degli innamorati. La chiesa esprime preoccupazione: "Non appartiene alle nostre tradizioni e alla nostra cultura"
Festa gay a San Valentino: "Un'offesa alla città"

Si spengono le luci, comincia il bacio libero. Sarà più o meno così, il momento clou della festa di tutti gli amori, organizzata da Rifondazione a San Valentino in una sala del museo del tessile. E' una provocazione, ovviamente. Come tutto il resto: festa gay, ma non solo, sarà festa di tutti gli innamorati indipendentemente da opinioni e orientamenti.
La chiesa bustocca è preoccupata e monsignor Claudio Livetti ha commentato con una punta di amarezza l’iniziativa dei collettivi di sinistra. «Mi sembra una scelta che offende la nostra città – ha detto – una festa che non si era mai fatta prima e che non appartiene alle nostre tradizioni e alla nostra cultura».
L’opinione del prevosto, fa il paio con la lettera che qualche giorno fa, il consigliere comunale dell’Udc Enrico Salomi, ha reso pubblica. Salomi si terrà alla larga dalla festa degli amori, e addirittura denuncia un intento sacrilego nei confronti di San Valentino, il martire e vescovo. Con accenni anche ironici: «Sinceramente, con tutti i miei difetti, mi manca però quello di prendere parte ad un momento che i romani sintetizzerebbero con un " 'ndo cojo, cojo'».
Ma che cosa prevede la “scandalosa” festa? Il punto forte del programma è questo: “Dopo un aperitivo in allegria, la serata prevede alle 21 gli interventi di Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay e Giuseppe Musolino, presidente provinciale Arci, alle 22 una "lotteria sentimentale" dall'evocativo titolo di "Pesca la Banana" per culminare alle 23,30 con l'Appuntamento al Buio: luci spente e bacio libero”

Ma l’occasione è anche una studiata provocazione di Rifondazione comunista, che vuole sostenere una campagna sulle coppie di fatto da tempo portata all’attenzione del consiglio comunale: «Non è mica solo la festa dei gay – spiega Antonello Corrado di Rifondazione Comunista, sarà invece una celebrazione degli amori e di tutti gli innamorati, senza distinzioni di genere e orientamenti». Per gli organizzatori, è anche la riapertura di un dibattito sulla sessualità. Festa non-solo-gay, dunque, mentre il comune manda il gonfalone dal papa e riafferma anche nello statuto i valori giudaico cristiani. Ma anche mentre il popolo televisivo guarda dal buco della serratura del “Grande fratello”, tutto quello che accade a Silvia, il trans del grande fratello “made in Gallarate”.
(Upuaut)
00lunedì 11 febbraio 2008 13:28
La chiesa cattolica mostra così per l'ennesima volta di essere un'istituzione omofoba e intollerante.
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