Uno spicchio delle mie emozioni,con tutte le mie ingenuità...
STILLE
Stille a rugiada
sul tuo ventre
a firma di memoria
dei nostri indelebili
colori,
quelli imparati
sulle rive morbide
d'Irlanda.
Non c'è alcun moralismo
in ciò che riconosci.
Le mie parole
adornate dagli affanni
ora son lì
come cornice
a suggello
dei naturali eventi.
Uno di questi,
il desolante richiamo
d'ogni alba vissuta.
PAZIENTE
Se tu sapessi quanto ha piovuto qui.
Quanta terra bagnata sotto i miei piedi.
Calpestare chilometri e chilometri
per cercare spazio tra le nuvole
e fiori nei campi
per rasserenarmi.
Ma io non sono sconfitto.
Tra i vetri guardo le colline
con grande conforto,
non sento il peso degli anni
nemmeno quel che hai dimenticato.
Sono pretese,forse
da un inutile,insignificante uomo.
Uno tra i tanti.
Tu corri da un capo all'altro del mondo
senza stancarti.
Esalti i cuori
con melodie legate ai padri,
le dita che scivolano sull'anima.
Cosa posso pretendere,
io qui
a fantasticare
a raccontarmi quanto sarebbe bello averti.
Chiudo gli occhi e ti chiamo.
Principessa dei prati
stendi diamanti
su questo corpo in attesa.In pace.
Fai pure i tuoi progetti.
Incanta il mondo.
Nell'ombra posso adularti,
cingerti i capelli di rose
e poi a mani giunte
attendere che tu riceva
il mio saluto,
il mio commiato.
LUCE DENTRO
Di quel tempo
della rena con gli spazi assolati
s'estinguono le poche fervide sorgenti
e s'accumula in un sol momento
tutto il suo imbrunire
la stanca risacca che non abbellisce
quel che è stato
Tra le numerose giornate
m'intestardisco di nuovo
nei giovani colori del tempo
quando la tua mano stringeva
per la prima volta la mia
e seppur lieve ancora porto nel cuore
il fresco giungere di quell'autunno.
Da lì in poi
ogni bagliore del cielo
o stelle o un tramonto
che s'allinea alla poesia
oltrepassa i sentieri degli anni
e risveglia come al primo istante
uno sguardo che ha circoscritto
il mio tempo
in continui richiami
di luci e melodie.
I GIACIGLI DI IERI
Quando tornerai
nel posto di quel giorno
nella corona del fuoco
che riscalda la rena
involucro di orme e parole
di collane d'armonia
e sibili di vento tra i capelli
Quando non sarà più tempo
d'elemosine
e musiche che coccolano il tempo
fino ad abituarmi a questa attesa
nel nido marino
forse s'estinguerà anche il mio nome
Cresce la vita
orgogliose fioriture invadono
tutto quello che già c'è
a scalfirmi
ad avvolgermi
in sterili speranze
e i giacigli di ieri
s'ingombrano della tua assenza
con tutto il desiderio che ho
di non pensarci più.
CHIARIMENTI
"In Irlanda
se il vento
pulisce il cielo
i colori
rilasciano toni
troppo accesi.
Abbracciano l'anima
e confondono.
A picco sul mare
ai margini dei tuoi ricordi
e' stato troppo facile
capire i tuoi limiti
perire tra le bugie
come in un perimetro
da cui non fuggo.
'Vieni a Dobhair,quest'Estate.
In quei giorni non mancherò.'
Hai dimenticato
che senza pioggia
gli occhi bruciano,
ritrovano lacrime scacciate,
conformi all'evolversi del momento
e la tua terra
vince le emozioni,
allarga le distanze,
il senso di vertigine
in un giogo senza tregua.
Chissà se ti sei fermata.
Se almeno hai avuto
abbastanza tempo
per pensarci."
LONTANO AMORE
Se sapessi leggere nel tuo cuore
io non sarei qui
nel mio mare
cercando di raggiungerti,
di avvicinare
il tuo più impensabile desiderio
come se fosse una tua richiesta.
Non ci sei mai
quando cerco il tuo volto
tra le note che mi circondano.
Le pareti hanno immagini
che mi angustiano.
Si dirama l'incapacità
di realizzare ogni prospettiva.
Posso sentirti
come alito di vento
se sfoglio fotografie e colori
che t'appartengono.
Ti cerco nell'aria
se la salsedine s'attacca al cuore.
Immaginazione profonda
che commuove i sensi
e tranquillità che m'infastidisce.
Perchè tu fai sempre così...
segni i tuoi confini con cura,
brutale conseguenza di quello che la mia immagine
avrebbe solo potuto,
al massimo,
accarezzare.
L'ESKE
Del cielo
prendo i colori
ma smeraldo e turchino
s'incatenano nei gelidi effluvi
di torba ed erica
Sono nei passi delle stagioni
immemore
di ciò che lasci
sulle mie rive.
Non vedo i prati profumati
dove s'immerge il tuo pensare
l'accavallare memorie
e ombre vaganti
sagome dai disegni noti
fedeli
Passo ma rimango
sua impronta
come se lei guardasse
il fondo dei miei colori
nel giaciglio del mio forziere
ventre del tuo cercare
dove ancora io trattengo
custodisco
giorni ingrassati di poesia....
parole che non hai smarrito.
BUNBEG
Cielo in quiete.
Le nuvole non rilasciano ombre
sul mare.
Staticità di colori
in uno sfondo ordinato
come se mai nessuno
fosse passato da qui.
Le memorie sono annullate
nella rena d'Agosto
con tutti i tuoi passi
uniti,nei giorni felici.
Adesso che ci sono
il desiderio più prossimo
è dimenticare e rasserenarmi
sotto il sole leggero del mattino,
con alcuna voce che possa infastidire
il mio essere qui
in tutto ciò che hai vissuto.
Nessun richiamo
nessun indizio che assomigli a te...
come l'ultimo volo di brezza
sulle parole
che hai cancellato.
BATTIGIA
In corridoi di luce
le memorie
s'appoggiano nei marosi
impetuosi.
Fauci che addentano
le pieghe di un cuore
che non si cura.
Ogni scoglio
ogni costa
ha il sentore beffardo
del ricordo.
Sospinto
dal rumore del vento
s'infrange
l'ultimo istante
che concedo.
Gocce sottili
e strati di colori
evaporano
dai miei occhi.
ANNOTAZIONI SUPERFLUE
La diramazione dei colori
a strati, in tinte accese nel cielo
sembrava ammansire
anche i più superflui brandelli
di un passato,riflesso,nel fondo,
in piccole dosi
di insignificante rancore.
Il vento sfavoriva soltanto
la piattezza del mare
ma era un commovente gravitare di carezze
a pettine
tra le fronde pertinenti il viale
promosso al sollecito di tanti appassionati incontri.
Occasionali espansioni di sensazioni
già vissute
ornavano il mio sguardo,in contemplazione,
per intendere
dove la tua influenza poteva integrarsi
a cornice dei miei sogni.
Questi piccoli abbozzi rimasti nella mente
in un intensa serata
invasa da ragguardevoli premure naturali
non erano rifiniti
dalla tua consueta magia.
Ma dei tuoi impegni
ne è a conoscenza il mondo intero.
DUE PASSI A DOBHAIR
Ormeggio in solitudine
sulla riva d'ombra
spoglio di tutti i livori
relegati in memoria.
Salgo la collina
e studio le case
i prati con festosi colori
dall'acqua ingrassati
come regola primaria
di queste amate terre
S'intinge il ricordo in viali
e galanti signore,
ancora ferme a quegli anni
ad intonare storie d'amore
nel ventre della tradizione
tra i porticati e i cortili
C'era la tua grazia
tra di loro,
le sfumature delle tue mani
sulle corde
in evanescenti disegni
mi portavano a raggiungerti.
Incalzano quei giorni
la mente si perde nei viottoli
tra il volteggiare stanco di un aquilone
proprio all'imbocco della tua via.
Mi sorride ancora il vecchio liutaio
prodigo nel descrivere
gli esiti dei tuoi studi
tra le terre di ogni regione
e le nuove dei giornali.
La sua casa ha cimeli conosciuti
ritagli di quei giorni.
Ma tra le fioriture del suo giardino,
le rose,
non hanno più il colore
di quelle che ti ho donato.
IL CLAVICEMBALO DI AOIFE
Spesso
o quasi mai
secondo il sopraggiungere
dei tuoi pensieri
dei tuoi disegni
m'invadeva
l'arte di lirici ricami.
La premura del tempo
non scalfiva
il magico programma
di espressioni antiche.
Tutte studiate
per lasciarmi fermo
a scrutare il mare.
Ricordo bambini
estasiati
con il naso all'insù
curiosare nell'aria
le sfumature di così eclatanti
melodie.
Uno scarno sorriso
cancellava lacrime
di memorie ritrovate
e nei momenti più belli
sul far della sera
il comparir repentino
della brezza
spingeva più in là
come fiamma perpetua
il riprodur continuo
dei tuoi preludi.
OMBRA DI SMERALDO
Come posso descrivere
quel che sei?
Forse in musica,
senza rivelar alcun segreto
della tua Antica Città.
In linea d'orizzonte
che ti separa dal divino.
O disegnar l'Atlantico
a frusta sugli scogli
e il Donegal
come recinto di rose,
morbido grembo
che forma la tua memoria.
Potrei scriver note
in plagio al tuo carisma.
Richiamar il vento
con voce d'arpa
e indicar il mare
come luce dei tuoi occhi.
Calpestar i verdi prati
sulla cima di Tara ,
impugnar uno smeraldo
per portarlo al mio cuore.
Ma come posso descrivere
quel che fa il sole
attraverso le stelle?
HILDA O RIADA
Màire parlava di Hilda
dei disegni che faceva sull'acqua
rincorrendo la luna
Sul capo della scogliera
guardava le nuvole
i ricami del cielo
e l'espressioni dell'anima
nell'esortare i gesti
la voglia di rubare distanze
portando stelle in mare.
Màire accarezzava le parole
con corde d'arpa
la curiosità di Hilda
con veli di malinconia.
Di primo mattino
fino alla gola dell'abisso
due piccole mani
ancora cercano
la forma della luna
tra l'onda della marea
e lacrime
che non si vedono.
*Hilda O' Riada ( 1976-1985) amava così tanto la luna,da volerla rubare al cielo
per portarla in fondo al suo mare.
MAIRE
La gracilità del tuo volto
mi sorprende.
Mai ti ho vista così.
Mano nella mano
lo sguardo malinconico
quasi privo di luce.
Sorgente che mi nutre
fin dai giorni più distanti
questo fluire d'acqua
è un suono d'arpa,
ristoro della mente
che sempre mi vince.
Quanta generosità e intenso ardore.
Armoniosa soavità ,
accogli le mie inquietudini
e le tramuti in rose,
palpabile leggiadria
d'immagine e arte.
Nulla offende i tuoi occhi.
Le rughe degli anni
son steli nudi.
Assioma che invade.
Inutile richiamo
perso in fervida luce.
(Gweedore,Donegal 3/8/2002)
ilcustodedelmare
Vivo dove le orme si perdono
tra le onde e le stelle.