Fermati dieci americani ad Haiti: avevano rapito 33 bambini da dare in adozione nella Repubblica Dominicana
In ogni situazione di emergenza lo sciacallaggio è dietro l’angolo. E’ successo a L’Aquila ed anche Haiti non fa eccezione.
In questo caso, però, i furti riguardano i bambini, prevalentemente orfani, prelevati e messi in adozione in maniera del tutto illegale. Il caso è scoppiato dopo che 10 membri di una chiesa battista dell’Idaho, Stati Uniti, sono stati arrestati proprio ad Haiti mentre cercavano di far passare oltre il confine 33 bambini.
Il piano era semplice: il gruppetto gestiva un orfanotrofio nella confinante Repubblica Dominicana e, con la scusa di “fare del bene a quei bambini”, hanno passato al setaccio Port-au-Prince, rapendo i bambini, alcuni dei quali non erano affatto orfani.
I dieci - cinque donne e cinque uomini - sono stati prontamente arrestati ed hanno cercato in ogni modo di nobilitare quanto avevano fatto.
“Visto il caos che c’è adesso, noi stavamo solo facendo la cosa giusta. Avremmo dato in adozione solo i bambini senza famiglia“, afferma Laura Silsby, la portavoce del gruppo. I bambini, di eta compresa tra i due mesi e i 12 anni, non avevano ancora capito cosa stava succendo ed alcuni di loro gridavano di voler tornare dalle loro famiglie.
Quello che sappiamo è che alcuni di questi bambini hanno ancora i genitori. C’era una bambina di 8 anni che gridava e diceva: “non sono orfana, ho ancora i miei genitori”. C’era anche chi credeva di andare a fare una gita, una sorta di campo estivo. “Uno dei bambini era completamente disidratato, non riusciva a bere perchè era ancora abituata al latte materno.
A parlare è George Willeit del SOS Children’s Village, che ha confermato che tutti i bambini sono stati soccorsi dalle Croce Rossa e che al momento stanno tutti bene.
Oggi i dieci arrestati appariranno davanti ad un Tribunale di Haiti per rispondere all’accusa di aver messo in atto un sistema di adozioni illegali.