00 14/02/2010 12:30
IL PARADISO DELLE SIGNORE * E. ZOLA
(Traduzione di F. Martini e Guido Mazzoni)


Per le città l'avvenire dei piccoli o medi negozi è specializzarsi nel commercio per non correre il rischio di fallire!
Il Paradiso delle signore a Parigi germogliava, sbaragliava, spianava la piazza...


- Mouret, prese un altro fascio di cambiali e continuò a firmare...
< Guardate che si vendicheranno>.
< Chi? Le donne!>
Con una alzata di spalle parve affermare che le avrebbe gittate tutte per terra.
Bourdoncle: < Si vendicheranno... Ce ne sarà una che le vendicherà tutte...> -

- Così, per questa apertura della vendita, dopo le somme pagate ai muratori, il capitale era impegnato tutto quanto: bisognava anche questa volta vincere o morire.
< Stanotte ho pensato anche a un altra cosa > aggiunse il Mouret: < Voglio dare agli impiegati dell'ufficio di diffalco un premio per ogni errore che troveranno nelle fatture, via via che le riscontrano...>. -

- < Se vendiamo la seta a cinque e sessanta, è come darla a scapito, perché bisogna contare le spese che non sono piccole...>
Mouret: < Ci rimetteremo qualche centesimo, sta bene. Ma poi ? Ci sarà da lamentarsi se si tirano qui tutte le donne... affollate innanzi al mucchio delle nostre mercanzie, a votare il portamonete senza nemmeno fare i conti? Smuoverle bisogna caro mio, quello è il punto!...> -

- < Lei capisce, signor barone, che tutto il meccanismo sta lì. È una cosa semplicissima ma bisognava inventarla. Non abbiamo bisogno di molto denaro; il nostro unico sforzo è di far presto a disfarci delle mercanzie comprate, per tante volte quanto è rinvestito...>
rispose < voi vendete a bonissimo prezzo per vendere molto... Ma bisogna vendere...>
Disse finalmente Mouret, quando poté parlare: < Pur di saper vendere , si vende quel che si vuole! La nostra vittoria sta lì...>
Il Paradiso delle signore, non era una stupenda invenzione? Metteva sossopra il mercato, trasformava Parigi, perché era fatta con la carne e col sangue della donna e si diceva che tutte finissero così in città, perché la donna non poteva vivere col suo solo lavoro... -

- < Signore, ce l'ha una camera?> disse Dionisia, obbedendo a un consiglio dell'istinto.
Bourras: < Non è per voi.>
< Quanto costa? >
< Quindici franchi il mese >.
Allora la volle vedere...
< Vado innanzi perché non caschiate >. Inciampò egli stesso nel primo scalino...
< Si sa! > disse il vecchio < la stanza non è di lusso, ma la finestra è allegra; si vede la gente nella strada>.

- Mouret. < Ci sta certa gente...> Si accorse che la ragazza era tutta confusa, e s'affrettò ad aggiungere:
< Ma si può essere onesti dappertutto! Anzi c'è più merito quando uno non è ricco. -

- < Lasciatemi, signore, me ne vado... Se voi mi credete quello che dite, non voglio restare nel magazzino neppure un minuto di più >.
< Ma difendetevi almeno!... Dite qualcosa! >
Si rivedeva quand'era entrata nel magazzino miseramente vestita, spersa, spaventata, tra le ruote della terribile macchina, di non essere nulla, d'essere appena un chicco di miglio sotto una macina enorme... -

- il vecchio Bourras: < Tutti devono cascare. Quando i merciai si mettono a vendere sapone e scarpe, possono anche voler vendere patate fritte! Il mondo ormai va alla rovescia >. -

- Stavano per suonare le sei; il giorno che tramontava si ritirava dalle gallerie già buie, impallidiva in fondo alle sale invase lentamente dalle tenebre. E in quel chiarore, non ancora tutto spento, s'accendevano a una a una le lampade elettriche, che con i loro globi di candore opaco costellavano, come lune… Poi quando furono accese tutte, la folla ebbe un mormorio d'ammirazione...
Mouret si sentì ancora una volta dominatore; in quello sfolgorio della luce elettrica, egli teneva ai suoi piedi, le donne, come una greggia da cui avesse munta ricchezza. -

Libro scorrevolissimo, bellissimo, consigliabile soprattutto a chi fa commercio...

Pontiggia Lorenzo
il Poeta marylory















il Poeta